EVOLUZIONE GEOPOLITICA DELLE RISORSE ENERGETICHE MONDIALI: UN FUTURO DI PACE E PROSPERITA?

Le risorse energetiche che per secoli hanno fortemente contribuito a creare divisioni tra i popoli e guerre tra le Nazioni,  in un futuro assai vicino,  potrebbero portare pace tra i popoli  e pacifica collaborazione tra le Nazioni. 


 

Si tratterebbe d un cambiamento epocale, da sempre auspicato, che trova la sua origine nelle nuove scoperte di grandi riserve di gas nel Mediterraneo territoriale Israeliano, tali da assicurare non solo l’indipendenza energetica di Israele, ma anche la possibilità di diventare esportatore netto. 

Per meglio comprendere la portata di questo evento e tutte le implicazioni (positive) che ne derivano, occorre fare il punto sulla situazione geopolitica dell’ area energia a livello mondiale. 


Il problema maggiore riguarda l’Europa perché dipende per il 54% dalle fonti primarie che, oltretutto, sono fornite da Paesi poco affidabili per diversi motivi. La stessa Europa, ancora una volta, fatica a creare un mercato Europeo dell’energia che aiuterebbe molto nella gestione, specialmente per i Paesi più deficitari.

E’ vero che negli ultimi anni diversi Paesi, Italia e Germania in testa si sono dedicati alle fonti rinnovabili, ma questo settore presenta tuttora forti limiti tecnico operativi e anche di costi.


A sfavore di alternative di importazioni in Europa oggi gioca anche la richiesta asiatica  verso l’export statunitense (peraltro limitato) in quanto i Paesi asiatici, ricchi e in espansione, offrono prezzi d‘acquisto decisamene superiori all’offerta europea.

Giustamente la politica Israeliana ha preso al balzo la grande opportunità di diventare fornitore affidabile, non solo dell’Europa, ma anche dei Paesi confinanti, compresa l’Autorità Palestinese il che potrebbe facilmente portare ad una pacificazione dell’intera regione.


Contatti diretti sono stati instaurati anche con Cipro, Grecia e Italia, anche nell’ottica dell’approvazione del gasdotto TAP (Commissione Europea 2013) per inviare gas attraverso il corridoio adriatico dall’Albania via Italia sino al Nord Europa.

Da questa situazione, anche l’Italia potrebbe trarne vantaggio, a partire da migliori costi di approvvigionamento ma anche come filiera con i suoi rigassificatori già esistenti e quelli programmati.


Ritengo che la prossima Presidenza Italiana dell’Unione Europea dovrebbe assumere la guida delle varianti geopolitiche derivanti da questa diversificazione delle risorse energetiche. Dovremo spingere  per una maggiore coesione nelle politiche dei singoli Stati ma anche per una nuova cooperazione a livello mondiale, sicuramente volta a una riduzione dei costi energetici, ma soprattutto a una pacificazione e collaborazione a livello planetario.

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Articolo pubblicato il 25/12/2013