LA CRISI DEI SUBPRIME ( METAFORA)

Mr: Simpons è il titolare di un grande bar  di una cittadina vicina a Denver 

I suoi clienti sono grandi bevitori che gli assicurano un importante fatturato mensile. 

Da qualche tempo però molti di questi clienti sono disoccupati e quindi tendono a ridurre le consumazioni e si vedono sempre meno al bar. 

Mr: Simpons pensa che l’unica soluzione possa essere quella di fare credito in modo  di mantenere il fatturato costante, lasciando bere i clienti e segnando le consumazioni sul libro dei suoi crediti verso di essi. 


 

E’ la sua fortuna, la formula ora bevi poi paghi,  si sparge in giro e i clienti aumentano di continuo facendo diventare il Bar Simpons il maggiore della città. 

Stante il forte aumento delle vendite, il proprietario, in piena euforia, decide di aumentare il suo tenore di vita richiedendo alla sua banca un aumento del fido (anche perché non ha liquidità visto che i clienti pagheranno in futuro)

La banca, rassicurata dal giro di affari, aderisce volentieri. Infatti per i risk managers, il fido è garantito dai crediti che il bar vanta verso i clienti: il cosiddetto collaterale a garanzia.


Nel contempo, l’ufficio studi della banca ha una grande idea: prendere in carico i crediti del bar e usarli come garanzia per l ‘emissione di una obbligazione internazionale denominata  DRINK BONDS.

Questi bonds ottengono subito un rating di AA+ ( che in realtà è il rating della banca emittente).


Ovviamente nessuno è al corrente che il collaterale è dato da debiti di ubriaconi per di più disoccupati.

Poiché hanno anche un buon rendimento questi bonds sono fortemente acquistati sui mercati internazionali.

Lo stesso successo fa salire il valore per cui  le vendite si moltiplicano.

Dopo alcuni mesi, a Denver comincia tirare aria di crisi e alla banca di Simpons arriva un nuovo direttore che, visto il vento che tira, per ridurre i rischi dell’esposizione, riduce il fido al bar e chiede un piano di rientro dei debiti.

Di conseguenza, Simpons comincia a chiedere ai clienti debitori di pagare,il che risulta impossibile essendo quasi tutti disoccupati da tempo e ormai senza più risparmi da parte.


Risultato: la banca chiude i fondi, il bar fallisce e tutti i dipendenti, nel frattempo aumentati a dismisura si trovano senza lavoro.

Il prezzo dei  DRINK BONDS  crolla in pochi giorni del 90 %.

La banca emittente, in crisi di liquidità, congela tutti i fidi, compresi quelli alle aziende sane, creando una paralisi dell’attività economica locale con centinaia di licenziamenti.


I fornitori di Simpons, che gli avevano fornito a credito tutti gi alcolici si trovano pieni di crediti inesigibili visto che il bar è fallito. Non solo, avevano anche investito fortemente nei Drink Bonds ormai quasi carta straccia.

I fornitori cominciano a fallire e a licenziare i lavoratori.


La banca viene invece salvata da un intervento governativo con un maxi prestito senza garanzie e a tasso zero.

Il governo , per reperire i fondi necessari ha semplicemente tassato tutti quelli che non erano mai stati al bar di Simpons perché astemi o troppo impegnati a lavorare seriamente.

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Articolo pubblicato il 30/12/2013