La crisi sistemica che continua a imperversare in particolare sui Paesi dell’area MED e anche in altre Nazioni extraeuropee, trova le sue radici di origine nel 2007 indicata come la “Crisi dei Subprime”.
Tecnicamente era una situazione derivante da diversi fattori concomitanti e correlati tra loro:
- la convinzione che negli Stati Uniti i prezzi delle case potessero e dovessero salire indefinitamente.
- il quasi totale indebitamento degli americani per l’acquisto delle case.
- la faciloneria delle banche nel concedere mutui importanti per l’acquisto della casa senza considerare il valore reale e il rating dell’acquirente.
- ancora più grave il comportamento delle banche nel concedere finanziamenti al consumo a questi soggetti con garanzia della casa stessa ( già coperta da mutuo).
- l’acquisto da parte delle banche e degli investitori istituzionali e privati di bonds collegati e garantiti dai mutui citati.
Questo è il meccanismo che ha portato alla catastrofe che stiamo vivendo e alle problematiche istituzionali che dovremo risolvere.
La crisi del debito sovrano nell’area euro ha creato fenomeni di grave contagio alle economie limitrofe e ai sistemi bancari a causa degli stretti legami tra banche e debitori sovrani ( i singoli Stati nazionali), causando rischi forti di instabilità finanziaria.
Diventa quindi estremamente urgente riprendere in mano tutto il discorso economico/ politico/finanziario dell’UE per far nascere una Unione Bancaria che spezzi il circolo perverso tra rischi sovrani e rischi bancari e porti a modificare i sistemi di vigilanza nazionali rivelatisi quantomeno lacunosi.
Sono 3 i pilastri sui quali si fonda tale Unione:
- nascita di un sistema centrale di supervisione delle banche
- nascita di un sistema UE per risolvere eventuali crisi bancarie.
- nascita di un sistema UE di garanzia dei depositi.
Una unica Politica Monetaria insieme al contrasto dei fenomeni di crisi stimolerà sicuramente l’offerta del credito in Europa e da qui lo sviluppo economico e l’occupazione.
La supervisione sarà ovviamente affidata alla BCE e riguarderà un numero rilevante di banche importanti tra le 6.000 in esercizio in Europa. Appare subito evidente la necessità che la BCE attui da subito una cristallina separazione tra i suoi interventi di politica monetaria e quelli di supervisione.
Per risolvere eventuali crisi occorrerà inoltre istituire un apposito Fondo Europeo onde avere a disposizione le risorse finanziarie necessarie.
Ma per fare tutto questo occorre almeno una limitata unione politica dei Paesi Europei: questa , secondo il nostro ministro degli esteri Emma Bonino potrebbe manifestarsi come una Federazione leggera con un bilancio minimo e mettendo in comune solo alcune aree di competenza ( ad esempio le forze armate e gli esteri).
Sarebbe anche ottimale una funzione fiscale centrale e un bilancio in grado di sopperire alle difficoltà di singole aree che subissero shock differenziali.
Il Consiglio Europeo a dicembre 2012 aveva richiesto il completamento dei 3 pilastri entro giugno 2014; purtroppo i progressi compiuti ad oggi sono assai deludenti, anzi diversi Paesi, Germania in primis hanno innalzato ostacoli in nome della difesa degli status e ordinamenti nazionali.
Inoltre, sempre la Germania subordina la nascita di una autorità per la risoluzione delle crisi bancarie a una modifica dei Trattati Europei o all’approvazione di un nuovo trattato con tempistiche inimmaginabili.
Si tratta quindi di scelte politiche ed è veramente auspicabile che vengano prese al più presto visto il baratro in cui siamo caduti.
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Articolo pubblicato il 17/12/2013