Quel furto nel nome di Dio e di un abile mestiere

"Prima di uscire è riuscito a rifilarmi due quadretti"

Attico luminoso, quarto piano di un condominio, ore 15.30, sto lavorando placido, seduto sulla mia vecchia carrozzella.

Suona il campanello, con me c'è una signora che mi aiuta, non vorrebbe aprire, ma io sento scandire da una voce un dimessa: - sono venuto ad annunciare che, la prossima settimana Don Dario passerà a benedire la casa – . Il giovane che ha visto il crocifisso appeso, è basso e macilento, sembra sofferente, e poi, sfortuna vuole che ho parlato a Don Dario da poco. Gli dico di entrare, in fondo l'accoglienza è un insegnamento biblico. Gira la testa e mi vede, sono seduto in carrozzina e sussurra umilmente: - ho la sclerosi multipla, faccio parte della comunità di Don bosco, quella della Consolata vivo là. Stiamo vendendo quadretti, ogni due è un punto per acquistare una carrozzina a un bambino - . Cerco su Internet, era ovvio: di comunità di Don bosco ce n’è pagine piene. Chiacchiero un po', non mi viene di mandarlo via, pare stupido ma non lo è, sembra malato davvero eppure è strano, dice e nega con eloquenza disarmante, capisco che improvvisa, ma ha un fare che sembra ipnotico.

Percepisco, quasi comprendo, ma non ho paura, non me la farà il ragazzo! Siamo in due, non rischio niente di grave, lo sento.

Prima di uscire è riuscito a rifilarmi due quadretti, minuscola truffa verbale, € 10 al pezzo, il prezzo è esagerato, lo so, ma se n’è andato e son contento.

La signora, per pagare è andata a prendere il mio portafoglio. Sono stato attento, forse seduto in carrozzina sono goffo e basso, ma non l'ho perso di vista, eppure il mago ce l'ha fatta, lo ha svuotato con qualche gioco di prestigio.

Me ne accorgo con stordito ritardo. Complimenti al gaglioffo, è stato bravissimo e io sono un fesso, presuntuoso e patentato.

Non so se è tanto o poco farsi fregare € 70, ma è un’umiliante prova per me che, pur invalido, sono sempre a vantarmi di quanto sono attento alle cose del mondo.

Il giorno dopo ho telefonato ai carabinieri per la denuncia, cercando di evitare a qualcun altro la stessa visita, descrivendo le astuzie: - è entrato seguendo una signora dicendo che doveva consegnare un pacco, aveva pochi capelli secondo lei, ma da me è entrato ben capelluto. Aveva una parrucca nera, diavolo di un ragazzo!-

Il carabiniere mi conferma: - sono zingari, sono bravissimi, non si senta demoralizzato, fanno bene il proprio lavoro, purtroppo. E poi aggiunge: - l’informazione non ci aiuta, confonde le idee, in genere ne parla solo quando ci scappa il morto. Ci sono due categorie di malviventi che rubano, mi racconta: i ladri e i rapinatori. Sono due categorie ben distinte. I ladri sono svelti, rubano e non fanno del male, piuttosto scappano. I rapinatori hanno la violenza del sangue. Non è facile distinguerli, ma in genere i ladri sono furbi, i rapinatori cattivi, e lo sono da subito. Bisognerebbe parlarne un po' di più, non saltuariamente.

Ed eccomi qui a farlo, dopo essermi dato del deficiente un esagerato numero di volte, mai troppe. I mascalzoni si preparano accuratamente, sono dei professionisti del loro mestiere. Noi non siamo stupidi, siamo distratti, non ci aspettiamo certe malizie o per lo meno, non sempre. Ci cascano in tanti e, a detta del carabiniere, lo confessano in pochi perché ci si sente veramente imbecilli. Io sono uno di loro.

Il consiglio è diffidare anche di certe ingerenze che sembrano normali. L'ufficiale mi narra di un tizio che stava mettendo una tenda sul balcone. Passa una signora, gli dice: - ci vuole il permesso, lo ha chiesto ai vigili? - . Lui risponde di no. Il giorno dopo arriva il vigile chiedendogli della tenda. Il tizio lo fa entrare, risultato: € 600 svaniti nel nulla, più di una contravvenzione. Questa sì che è organizzazione per far pagare le tasse!

E qui mi fermo dicendo alla brava gente: - facciamo molta attenzione, evitiamo di far mettere piede in casa a chicchessia e anche se si tratta di qualche controllore, anche se lo avete già sentito dire, chiedete un documento, trovate una scusa per farli aspettare fuori. Memorizzate sul vostro telefonino il numero della stazione più vicina dei carabinieri e spiegatevi con calma. vi diranno cosa fare. Se digitiamo prima il 112, si perde tempo.

Con me sono stati rapidi e gentili almeno nelle spiegazioni, se siamo furbi anche noi arrivano in 5 min. e con un po' di fortuna riescono a pizzicarli. Dal tono di voce mi è sembrato di capire che sono un sacco contenenti quando riescono a farlo.

Sto cercando di fare a mia volta il mio mestiere: divulgare, così come mi ha chiesto il carabiniere, io mediocre pubblicista spedisco alla stampa sperando che ne faccia buon uso. In ogni casa abbiamo qualcuno: fratelli, parenti, amici.

Teniamoci svegli. Non c'è da stupirsi se siamo arrivati a questi tempi di crisi. In 150 anni di questa unità d'Italia sempre più disorientata, abbiamo dormito anche per molte altre cose non meno importanti, e da troppo tempo.

 

Carlo mariano Sartoris - imbecille, invalido e pure giornalista - www.handyscap.it

 

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Articolo pubblicato il 12/12/2013