"Riparto dalla Mole: il mio ritorno a Torino si chiama HairFashion"

Lo afferma il noto stilista Toni Matta alla vigilia dell'inaugurazione del nuovo modernissimo salone

 

Crisi e globalizzazione hanno mutato gli scenari economici, standardizzando i processi produttivi anc
he in ambito estetico”. 

 

Parola di Toni Matta, noto stilista torinese molto apprezzato anche nel cuneese, apprezzata firma del taglio del pret-à-porter milanese, già allievo a soli 17 anni a Parigi nello studio di Jacques Dessange (numero uno al mondo dei parrucchieri), al suo attivo il look di personaggi famosi e della Torino bene, che giovedì 12 dicembre inaugura alle 19.00 il nuovo studio “HairFashion” in Via Fratelli Calandra 3/d (Tel. 011 19665123) con un rinfresco di Natale aperto al pubblico, cui parteciperanno personalità del mondo dell'arte, politica, imprenditoria, giornalismo, informazione, cultura e spettacolo, tra cui anche Valerio Liboni, già leader de "I Nuovi Angeli", storico gruppo dela musica leggera italiana (con successi come "Donna Felicità", "Ragazzina", "Singapore") nonchè autore e produttore di dischi e successi per artisti del calibro di Donatella Rettore, Little Tony, Fiorella Mannoia, gli O.R.O., i New Trolls, Wilma Goich, Pippo Franco, Mal e molti altri.

 

Riprende Toni Matta: 

 

Nell’Haute Coiffeure in periodi di recessione la domanda di cura della persona è in controtendenza, con una crescita pari al 5% annuo. Il che equivale a un incremento di qualche milione di euro tra tutti i settori coinvolti: farmaceutica, cosmesi, erboristeria, hair styling, palestre, beauty farm e centri benessere”, spiega Toni Matta. “Con la grande distribuzione siamo trascorsi dalla bottega a misura d’uomo a studi immensi più simili a catene di montaggio, veri e propri “parrucchierifici”, in cui prevale la logica del processo industriale. Tutto è studiato alla stregua di un laboratorio chimico: dalle dosi dei prodotti al tempo di una piega, con prezzi finali elevati per l’utenza. Mantenere strutture così ampie costa, e tutto questo grava alla fine sui clienti, a discapito del risultato finale”.

 

Per poi concludere:  

 

“Occorre ritrovare una dimensione più artigianale e a misura d’uomo, dicendo stop a improvvisazione e abusivismo e rilanciando i saloni di quartiere i quali, oltre a mantenere commercialmente vive le aree residenziali, svolgono altresì un’importante funzione di controllo e presidio del territorio urbano".

 

                                                                                            Maurizio Scandurra

 

 

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Articolo pubblicato il 11/12/2013