“Incontro con Angelo Brofferio” a Vezza d’Alba

Pregevole spettacolo dedicato all’avvocato poeta dell’800 piemontese

Venerdì 6 dicembre, presso l’Osteria Di Vin Roero di Vezza d’Alba, al Caffè letterario “Caffè e Parole”, organizzato dall’Associazione socio-culturale ASTISIO, si è tenuto l’appuntamento dedicato al teatro.  

La prima parte è stata dedicata all’Incontro con Angelo Brofferio, il grande poeta dell’800 piemontese, spettacolo con testi di Giancarlo Ricatto, a cura dell’attrice Fulvia Roggero, interpretato da Laura Della Valle, Emilio Adriano, Loredana Cagnasso, Oreste Occhetti, Gian Rottaci della Compagnia Teatrale «Marianna Torta Morolin» della Famija Albèisa, accompagnati al pianoforte  dal Maestro Daniele Gatto, con la regia di Fulvia Roggero. 

Angelo Brofferio, avvocato penalista ma anche giornalista, scrittore, poeta in lingua piemontese e commediografo, è nato Castelnuovo Calcea (Asti) nel 1802 ed è morto a Minusio, in Canton Ticino, nel 1866.

Brofferio è monarchico, ma non troppo, massone e acceso nemico del potere temporale della Chiesa. Manifesta le sue idee libertarie con la difesa della libertà di stampa e delle minoranze religiose, la richiesta di riforma dei Codici e, soprattutto, dell’abolizione della pena di morte.

Con polemiche giornalistiche e con le sue canzoni in lingua piemontese mette in ridicolo i politici reazionari, gli ecclesiastici bacchettoni e i nobili conservatori.

Lo spettacolo di Giancarlo Ricatto intende proprio rappresentare un breve excursus per scoprire in quali circostanze Angelo Brofferio ha composto le sue poesie (molte in prigione), in corrispondenza di quali avvenimenti storici, a Torino e altrove, per fornire ampi raccordi tra il contenuto delle poesie e gli usi, la moralità, i soprusi, gli aneliti tanto dei personaggi descritti nelle liriche quanto del popolo minuto.

Perché in prigione? Ribelle e idealista, mentre studiava legge all’Università di Torino, Brofferio aveva partecipato, senza gravi conseguenze, ai moti del ’21.

Nel 1831, è coinvolto nella congiura dei Cavalieri della Libertà, organizzata da un gruppo di giovani ufficiali dell’Esercito per ottenere dal Re di Sardegna la concessione di una Costituzione.

Arrestato il 2 aprile 1831, ha ottenuto la libertà grazie a rivelazioni sui congiurati.

Gli viene perciò rivolta l’accusa di essere stato un delatore, in vita, dai suoi avversari politici, e, modernamente, da alcuni storici.

I commenti che accompagnano poesie e canzoni nel corso dello spettacolo servono soprattutto a mettere in risalto les vices et les vertus del grande poeta risorgimentale, che ha peccato molto e irruentemente, ma è anche stato uno strenuo, eroico difensore delle libertà personali e della dignità dell’essere umano.

Brofferio è uno dei pochissimi protagonisti della vita politica risorgimentale che in Torino ed in Piemonte abbiano mantenuto una certa fama e qualche simpatia.

Nel Pantheon piemontese, ormai asfittico e imbalsamato, occupa una posizione di vitalità, forse unica, legata anche alle sue canzoni piemontesi.

Il pregevole spettacolo di Giancarlo Ricatto coglie appunto questo aspetto della personalità di Angelo Brofferio e lo propone in modo garbato.

Ci auguriamo che venga rappresentato anche a Torino!


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Articolo pubblicato il 09/12/2013