LA METROPOLITANA DI TORINO

Tanti pregi ma…un piccolo (se trascurato) grande difetto

Inaugurata nel 2006, in occasione dei  XX giochi olimpici invernali, la metropolitana di Torino, partendo da Collegno stazione Fermi, arriva fino al Lingotto fiere e, prossimamente, in piazza Bengasi percorrendo, in tutto, 13 km.  

Le 21 stazioni, i 52 convogli e un tempo di percorrenza di circa 20 minuti sono i punti di forza di un’infrastruttura del tutto automatizzata costruita secondo il sistema VAL che ha cambiato in meglio le abitudini dei torinesi. Migliaia, infatti sono le persone che ogni giorno la usano abbattendo i loro tempi di spostamento e godendo, si può dire, della pulizia e dell’efficienza delle stazioni e dei vagoni. 

Purtroppo vi è un problema che, ai più, risulterà banale ma che, invece essendo sottovalutato, provoca seri e costosi danni.

Stiamo parlando della mancanza delle coperture agli accessi pedonali.

Questa dimenticanza è la causa primaria del malfunzionamento delle scale mobili che, oltre al disagio dato ai passeggeri, porta ad un continuo e dispendioso bisogno di riparazioni.

Gli agenti atmosferici non perdonano: pioggia e neve e il cocktail è servito!

Infatti, se la pioggia o anche il calore del sole estivo fanno la loro parte nell’usura degli ingranaggi rendendo il più delle volte inservibili le scale mobili, il ghiaccio trasforma gli accessi pedonali, nei mesi invernali, in vere e proprie trappole fatali anche per gli sciatori più esperti. E’ pur vero che il sale viene prontamente sparso, ma questo rimedio non fa che rovinare la pavimentazione.

Insomma, ogni giorno il guasto è servito!

Un bando è stato presentato nel lontano 2008 poi nulla più.

Non si capisce il perché non si doti di una semplice tettoia gli attuali accessi alle stazioni. Un tetto che protegga le scale, in primis, quelle mobili maggiormente esposte.

Certamente chi di dovere starà pensando alla soluzione di questo piccolo, ma anche grande difetto. Speriamo che questo studio, così ponderato, non si protragga in eterno.


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Articolo pubblicato il 02/12/2013