La P2 e la Commissione europea
Il Palazzo del Parlamento europeo

Commissione Europea, una sovrastruttura costituita da euroburocrati

La PROPAGANDA DUE, detta P2, fu una loggia massonica che operò nel nostro paese nel secondo dopoguerra. Negli anni settanta ne divenne Maestro Venerabile Licio Gelli (1975). In quel periodo la loggia riuscì a riunire in segreto molti personaggi di primo piano, tra i quali politici, imprenditori, esponenti dell’Amministrazione dello Stato e militari. Il suo scopo, secondo le accuse che vennero rivolte a quella struttura da parte di una commissione parlamentare di inchiesta guidata da una matura democristiana di nome Tina Anselmi, fu quello di aver cercato di dare vita, attraverso ad una vera e propria “organizzazione criminale ed eversiva,” alla sovversione dell’assetto socio politico istituzionale della nazione.

In effetti, nell’agosto 1975, Licio Gelli mise a punto un documento denominato Schema R, che fu presentato anche al presidente della Repubblica che era allora Giovanni Leone. In quel documento si propugnava l’instaurazione di una repubblica presidenziale, la riduzione del numero dei parlamentari ed anche l’abolizione delle loro immunità. Inoltre si proponeva l’abolizione del servizio militare di leva e la sua sostituzione con un esercito di professionisti.

Altri punti del programma elaborato dalla P2 e giudicati altamente eversivi e destabilizzanti della sclerotica struttura statale di allora, furono l’abolizione della validità legale dei titoli di studio, il ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici, portare il Consiglio Superiore della Magistratura sotto il controllo dell’esecutivo, separare le carriere dei magistrati, rompere l’unità sindacale e abolire il monopolio della RAI.

Più che il progetto di repubblica presidenziale, che in quel tempo era costato il carcere ad Edgardo Sogno, fu la proposta di RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CON LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, a scatenare la reazione della magistratura. Con la collaborazione dei soliti giornali e dei loro pennivendoli (e va rilevato il fatto che alcuni di questi progetti, negli anni successivi, sono stati avanzati e ripresentati da molti altri governi), fu sollevato un denso polverone che avvolse le istituzioni e nel quale si inserirono alcuni magistrati assetati di notorietà.

Alla P2 furono attribuiti tutti i crimini che la magistratura era stata incapace di risolvere quali, tra gli altri, la strage dell’Italicus, la strage di Bologna, lo scandalo del Banco Ambrosiano, la morte di Roberto Calvi, la complicità nel rapimento di Moro ed addirittura l’ipotetico avvelenamento di Papa Luciani.

Qualcuno dei commissari della Anselmi avanzò l’ipotesi di collusioni con i servizi segreti internazionali e si parlò anche di spionaggio.

Con buona pace degli Enzo Biagi, anni di accuse, di inchieste e di indagini per un programma (Schema R) che anche un ex-comunista, come l’attuale inquilino del Quirinale, avrebbe in parte adottato ed approvato, non approdarono a nulla.

Quando il grande polverone si fu diradato, Licio Gelli e gli appartenenti alla loggia P2, furono assolti nel 1996 dalle accuse, con formula piena.

 

Nessuna accusa di sovversione viene invece lanciata oggi verso una specie di loggia o lobby infinitamente più potente, perché agisce a livello internazionale ed ha sede a Bruxelles. Ha il nome di Commissione Europea ed è una sovrastruttura costituita da euroburocrati che nessuno ha eletto e che si legittimano a vicenda, dividendosi le cariche ed imponendo ai governi che si sono loro assoggettati in nome di una visione utopica dell’Europa, i compiti da eseguire nei loro paesi.

E’ una grande lobby che agisce in collegamento con associazioni internazionali semisegrete, che si sono costituite da decenni con l’obiettivo di preparare e poi esercitare il loro dominio sui legittimi governi delle nazioni. L’enorme potere economico di queste organizzazioni internazionali, ha annichilito e ridotto al silenzio l’opinione pubblica del nostro paese.

A differenza del polverone massmediatico sollevato senza ragioni nel caso della loggia P2, la presa del potere da parte della commissione europea ed il contemporaneo asservimento dei governi nazionali è stata accolta con un silenzio assordante, assicurato dalla complicità di noti esponenti dell’informazione nazionale, sedotti con inviti alle riunioni del Club Bilderberg e di altre associazioni sovranazionali.

Suscita stupore e curiosità il fatto che alcuni direttori e redattori di giornali vengano accolti in quelle riunioni in qualità di uditori, ma vincolati al segreto su quanto hanno udito. Chi oggi legge i quotidiani in cui militano quegli invitati può facilmente osservare che, nelle pagine dei loro giornali, non compaiono riferimenti e non vengono mai neppure nominati il Club Bilderberg, la Trilateral Commission e l’Aspen Institute. Anche se Enrico Letta e soprattutto Mario Monti ne sono esponenti e dirigenti importanti. Sono consentite soltanto due definizioni, quella di “poteri forti” o quella di “il mercato”.

Molti osservatori internazionali, oggi sostengono che l’istituzione della moneta unica, l’euro, sia stato il primo passo sulla strada della sottomissione di alcuni governi, tra i quali quello italiano, al prepotere della grande loggia europea in cui militano obbedienti personaggi come Barroso, Olli Rhen, von Rampuy e l’ineffabile baronessa Ashton, legati a filo doppio alla Germania di Angela Merkel.

L’euro, fu accolto con pianti di gioia dal duo Ciampi e Prodi, e per entrarvi gli italiani furono costretti a versare una tassa di ingresso. Il nostro popolo si sentì promettere dai due piagnoni che la nuova moneta avrebbe cambiato la vita del nostro paese ed arricchito gli italiani, dominando l’inflazione, portando stabilità nei mercati monetari ed aprendo alle nostre aziende grandi spazi di espansione nei paesi dell’eurozona. A fare queste promesse furono gli stessi economisti e quei politici che oggi sentenziano senza prove che l’uscita dall’euro sarebbe un’immane tragedia per il nostro paese e per l’intera Europa.

L’adozione dell’euro produsse, nel giro di pochi mesi, il raddoppio dei prezzi in ogni settore e l’inizio della discesa del nostro paese verso la depressione. Per anni, nei nostri connazionali, da parte dei soliti giornali, furono iniettate forti dosi di euroentusiasmo. Quando subentrò qualche scetticismo, la lobby europea si mobilitò. E quando il premier Silvio Berlusconi cominciò a manifestare dei dubbi sulla moneta unica e sulle regole imposte dai trattati ai paesi dell’eurozona, e si accinse a chiedere di modificare in senso meno rigido ed oppressivo tali regole, Bruxelles e le logge internazionali decisero di farlo decadere.

Con l’aiuto del Quirinale, Berlusconi fu sostituito da Mario Monti, presidente del ramo europeo della Trilateral Commission ed importante membro direttivo del Club Bilderberg. Che, naturalmente, negò ogni suo coinvolgimento in quelle logge ma corse subito dalla Merkel per farsi dare, come dichiarò, i compiti per l’Italia. Con i quali, il nostro paese, dato dai soliti grandi giornali fino ad allora “sull’orlo del baratro” discese decisamente nel fondo del baratro. Fallito Mario Monti, Napolitano ha imposto al governo del paese Enrico Letta. Nulla è cambiato. Con la disoccupazione in continuo aumento e con le nostre industrie, grandi e piccole, acquistate a prezzi stracciati, costrette a chiudere i battenti o fatte emigrare per sopravvivere, nei paesi confinanti.

Ed ora un altro drammatico dubbio si fa strada nelle menti degli italiani. Lo esprime Ida Magli in un suo recente pamphlet dal titolo DIFENDERE L’ITALIA, quando afferma che l’euro non fu un errore ma l’arma scelta per distruggere gli Stati. “Per degli studiosi seri e competenti –scrive testualmente – il progetto del mercato unico e della moneta unica avrebbe dovuto apparire del tutto errato fin dall’inizio. A che servirebbero gli scienziati se non fossero in grado di valutare gli errori a livello di progetto? (…) La conclusione è inevitabile: non si tratta di errori ma di una loro precisa volontà. Per quanto sia difficile convincersi che i governanti abbiano voluto distruggere i proprii Stati, è ancora più difficile credere che siano stati compiuti gli enormi errori tecnici che hanno portato l’Europa fino alla crisi attuale senza che almeno qualcuno fra i politici, gli economisti ed i banchieri in campo ne fosse consapevole”.

Dovremo riparlarne.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/12/2013