La Companìa Teatral “Carla S.” e i canti degli emigranti

Interpreta alcuni brani dei due CD in edicola con “La Stampa”

Il 1° e l’8 dicembre prossimi, il giornale torinese “La Stampa” sarà in edicola con due CD, dal titolo “EMIGRANTI. I canti dei pionieri italiani” che raccolgono trenta canti della tradizione popolare con particolare riferimento all’emigrazione degli italiani all’estero, soprattutto verso le Americhe.  

Non necessariamente raccontano propriamente dell’abbandono del paese natìo, ma sono comunque tipici dell’epoca, trattando delle bellezze della terra patria o rappresentando quelle musiche che presumibilmente gli emigranti cantavano durante il viaggio, nelle stive delle navi, oppure già nelle nazioni straniere.

La Companìa Teatral “Carla S.” partecipa al progetto della casa editrice “Pentagramma” di Torino con alcuni brani, per una volta tutti in italiano.

La voce principale è quella di Anin Ferrero, tutt’altro che nuova ad esperienze simili, avendo già inciso in passato alcuni dischi con Giorgio Marino e con il maestro Mario Piovano.

La accompagnano Gianni Marietta, Massimo Marietta e Marco Moretti, che con lei hanno già registrato “La vos dël cheur” ed alcuni brani del CD “Viù: da ieri a domani”, in collaborazione col Gruppo Folkloristico di Viù.

Le basi musicali sono eseguite dall’orchestra del maestro Aurelio Seimandi, valente fisarmonicista che ha curato gli arrangiamenti.

Alcuni titoli tra i più noti sono “Maremma”, “Amara terra mia”, “Bionda, bella bionda”, “Quando l’alber comincia a fiorire”, “E tutti va’ in Francia”...

C’è poi “Mafalda”, un canto che racconta del tragico naufragio del piroscafo “Principessa Mafalda” avvenuto il 25 ottobre 1927 a poche miglia dalla costa del Brasile. Per una pura casualità la famiglia dell’attuale Pontefice, Papa Francesco I, Jorge Mario Bergoglio, non riuscì ad imbarcarsi sul “Mafalda” nella sua ultima, fatale, traversata ma fu costretta a ritardare la partenza e migrò in Argentina con la nave “Giulio Cesare”.

Oltre alle canzoni eseguite dalla Carla S., vi sono diverse incisioni degne di nota: tra le tante ci piace segnalare una “Ma se ghe penso” magistralmente recitata dal grande Gilberto Govi.


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Articolo pubblicato il 30/11/2013