Modernizzare l'Italia per affrontare il cambiamento
L'Aula del Consiglio regionale del Piemonte

I tagli sulla scuola hanno considerato l'istruzione solo come una fonte di spesa e non di guadagno

L'economia della conoscenza è al centro delle strategie che stanno disegnando l'Europa del futuro.
L'incontro di giovedì 28 novembre, “Modernizzare l'Italia: l'economia della conoscenza come sfida del cambiamento”, promosso dal Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione e dal Comitato Resistenza Colle del Lys, ha stimolato una riflessione sulla necessità di un cambio di rotta, qui e in Europa, per superare la peggior crisi del dopoguerra.
 
“Il nostro paese deve rimettere al centro del suo modello di sviluppo la cultura e la creatività, quella grande tradizione del sapere e del saper fare che è stata per secoli il cuore della sua capacità di rinnovamento e che ha concorso alla costruzione dell’identità italiana e europea. Dobbiamo considerare l'Europa come un'opportunità e non come un vincolo da aggirare”
ha spiegato Roberto Placido, vicepresidente del Consiglio regionale, delegato al Comitato, durante i saluti.
 
Un'esigenza sottolineata anche da Marina Boscaino, docente e membro del comitato tecnico-scientifico di ProteoFareSapere (Miur):
“I tagli sulla scuola, dal 2008 a oggi, hanno considerato l'istruzione solo come una fonte di spesa e non di guadagno. Ci siamo allontanati dal modello di scuola previsto nella Costituzione. Ci siamo distratti dall'idea che investire sulla scuola è investire sul futuro”.
 
Di skill divide ha parlato Luciano Abburà, dirigente area Politiche Sociali dell'Ires Piemonte,
“altrove, soprattutto negli Usa e nel Regno Unito, i giovani più qualificati sono stati premiati in termini sia di opportunità sia di retribuzione. Da noi, invece, gli studi indicano che non emerge un chiaro vantaggio relativo per chi è andato a scuola più a lungo. Un motivo è la scarsa evoluzione delle specializzazioni settoriali e produttive”.
 
All'incontro sono intervenuti anche Massimo Cavino, professore associato di Diritto Costituzionale all'Università del Piemonte Orientale, e Luca Pignateli, dirigente responsabile Ufficio Studi Economici dell'Unione Industriale di Torino.

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Articolo pubblicato il 28/11/2013