Toni Matta: "Stop agli industriali del taglio, più artigianalità nella confezione del look"

Le dichiarazioni del noto stilista torinese contro la globalizzazione nel settore dell’estetica e dell’immagine

La crisi e la globalizzazione hanno profondamente
mutato gli scenari economici, accelerando tutto in maniera spasmodica e
riducendo dunque le fasi dei processi produttivi sino al limite massimo della
standardizzazione.

E se ciò sul versante industriale può in qualche misura
avere un senso, stante la contrazione dei consumi che si traduce a propria
volta in una minore disponibilità di risorse, in ambito artigianale ciò non ha
ragion d’essere.

Specie nel settore dell’Haute Coiffeure ove, come sempre
accade in periodi di recessione, la domanda di cura della persona, di bellezza
ed estetica è nettamente in controtendenza, segnando il passo con una media di
crescita pari al 5% annuo (il che equivale a qualche milione di euro) tra tutti
i settori coinvolti: farmaceutica, cosmesi, erboristeria, hair styling,
palestre, beauty farm e centri benessere.

Fattore importante, dovuto
all'estremo moltiplicarsi dell'offerta da parte di centri commerciali,
shopville e ipermercati con tanto di galleria di mercanti.

“Stop agli
industriali del taglio, più spazio all’artigianalità nella confezione del
look”

questo il monito di Toni Matta, noto stilista torinese, con un
importante palmares di illustri collaborazioni nel settore della cura e
trattamento dei capelli., che interviene sul tema - dandogli un "taglio", è
proprio il caso di dirlo - economico e sociale.

“L’avvento della grande
distribuzione, che ha livellato moltissimi settori verso il basso in termini di
qualità, ha introdotto la legge dei grandi numeri anche in un mestiere, quale
quello dell’hair stylist, in cui ciò non è affatto un bene. Siamo trascorsi
rapidamente dalla bottega, dal salone a misura d’uomo a studi immensi più
simili a catene di montaggio. Oggi assistiamo al proliferare di veri e propri
“parrucchierifici”, in cui la logica del processo produttivo industriale è
prevalente: tutto è cronometrato, studiato, razionalizzato alla stregua di un
laboratorio chimico: dalle dosi dei prodotti, al tempo di una piega,
dell'asciugatura e via dicendo, con prezzi finali per l’utenza che non sono
affatto convenienti, né tantomeno producono vero risparmio. Mantenere macchine
produttive del genere costa, e tutto questo grava alla fine sui clienti, a
discapito del risultato finale”

dichiara Toni Matta, che ha da poco inaugurato
a Torino “HairFashion” (Tel. 011 19665123), il suo nuovo salone in via Fratelli
Calandra 3/D. 

“Il cliente è un’opportunità, e non un numero gestito da numeri.
La bellezza, il look, sono per definizione soggettivi. Non possono dunque,
oltre un certo limite, essere oggetto di procedure standard. Andare dal
parrucchiere è un rito, non è come fare un tagliando all’auto, o farsi lucidare
la carrozzeria”.

Per poi aggiungere e concludere:

“Tagliarsi i capelli, prendersi cura di
loro non è un procedimento seriale, bensì artistico, e dunque sempre diverso
per definizione. Quindi, non replicabile. Restituire al nostro mestiere una
dimensione più a misura d’uomo, artigianale e genuina, è il solo modo per dare
soddisfazione e valore al nostro lavoro, soddisfacendo i clienti e contribuendo
a ridare slancio ai saloni di quartiere che, oltre a mantenere vive sotto il
profilo commerciale le aree residenziali, svolgono altresì un’importante
funzione di controllo e presidio del territorio”.



 
 

 

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Articolo pubblicato il 27/11/2013