Gioventura Piemontčisa alla Gran Kermesse d’Autunno di via Monginevro

Molte iniziative di questo movimento culturale per una maggiore salvaguardia del territorio e delle sue tradizioni e simboli

Domenica 17 novembre, si è svolta Gran Kermesse di via Monginevro, in edizione autunnale.

Vi abbiamo trovato i classici elementi della festa di strada, a partire dalle caldarroste e dai palloncini colorati, con tutta una serie di attrazioni: musica, danza, tradizioni culturali, storia, primizie alimentari e artigianali erano infatti protagonisti di questa Kermesse.

Abbiamo visto gruppi folkloristici che si esibivano in danze popolari, il Maneggio “Nella terra dei cavalli” con pony e Scuola di falconeria, danze latino-americane e caraibiche, il Mercatino Agroalimentare d’eccellenza, il Mercatino Tematico-Artigianale Onlus Gli Gnomi 2006, a sostegno dei City Angels e l’Edizione 2013 di CioccolaTo Tango, prestigioso Mercatino-atelier dei maestri cioccolatai del territorio, con annessa Milonga per il Tango di strada, e molto altro ancora.

L’organizzazione della giornata di festa, sapientemente curata da Sergio Donna, ha previsto anche la partecipazione del movimento culturale Gioventura Piemontèisa.

 

Durante la Gran Kermesse d’Autunno, abbiamo parlato con gli “storici” fondatori del movimento Gioventura Piemontèisa, Carlo Comoli e Jean Michel Novero, due amici di vecchia data, che ci hanno riferito le loro impressioni sulla giornata:

«Il Movimento Gioventura Piemontèisa ha potuto incontrare molti cittadini del quartiere Borgo San Paolo, discutendo con loro del futuro della città di Torino e della cultura piemontese».

 

Comoli e Novero sono fortemente critici sulla chiusura del Museo Pietro Micca:

«Molti residenti sono rimasti a dir poco sconcertati dalla chiusura del Museo Pietro Micca, gloria della nostra città, vietato al pubblico per infiltrazioni d’acqua nelle gallerie di contromina e per l’assenza di bagni per il personale: se per le infiltrazioni la chiusura può essere comprensibile, impedire le visite per l’accesso ai servizi sembra una sonora presa in giro».

 

Ma la chiusura del Museo non è l’unica decisione infelice del Comune di Torino perché, secondo Comoli e Novero:

«Sconforto da parte dei cittadini è emerso anche per le decisioni del Comune di Torino di tagliare numerose alberate storiche (corso Marconi in primis, ma anche piazza Benefica) che verrebbero sacrificate per dei parcheggi sotterranei».

 

Si è poi considerata la “battaglia” intrapresa da Gioventura Piemontèisa per l’esposizione del drapò del Piemonte sugli edifici pubblici. A questo proposito, Comoli e Novero raccontano quanto emerso nel corso della giornata:

«Nel nostro banchetto, sono state raccolte le firme per una battaglia che abbiamo iniziato in nome dei simboli della nostra terra; e quale simbolo è più importante della bandiera? Del drapò del Piemonte? I cittadini hanno firmato per chiedere che il drapò sia esposto, come prevede la legge, sui luoghi pubblici; la domanda di rito è stata: “Ma se c’è la legge, perché non viene rispettata? Perché firmare per qualcosa che c’è già?”. La domanda è retorica: come spesso accade in Italia, si fanno le leggi ma poi non si fanno rispettare. Così gli uffici, le scuole, le sedi istituzionali e via dicendo non espongono il drapò. Con le scuse più assurde: a Palazzo Madama si sarebbe addirittura rotto il pennone, ma a farlo aggiustare non ci pensa nessuno».

 

Per concludere, abbiamo chiesto a Comoli e Novero come pensano di agire per tentare di porre riparo a questo stato di cose:

«Poiché la reazione dei residenti appare volta nella direzione di una richiesta di una maggiore salvaguardia del territorio e delle sue tradizioni e simboli, stiamo tentando di convogliare la protesta dei tanti comitati in una unica voce. Sperando così di avere una maggiore voce in capitolo».

Mersì, fieuj, e an piòta!

 

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Articolo pubblicato il 22/11/2013