Perdi il lavoro se lo Stato cambia le leggi

Cassazione Civile lo considera legittimo.

La Cassazione Civile con Sentenza n. 25073 del 07.11.2013 ha considerato legittimo ...

il recesso esercitato dal datore di lavoro, ossia il licenziamento della lavoratrice, nell'esistenza di una situazione di impossibilità sopravvenuta della prestazione di lavoro, derivante dalla mancanza in capo alla lavoratrice, per effetto di disposizioni normative sopravvenute, del titolo professionale necessario per l’esercizio dell'attività lavorativa richiesta dal datore di lavoro e come tale idonea ad incidere sulla funzionalità della relativa organizzazione di lavoro.

Tradotto significa solo una cosa: se sopraggiungo leggi o decreti che modificano i requisiti per svolgere una funzione, un lavoro o una professione, e quei requisiti non sussistono più con le nuove norme, si può essre licenziati.

L'aspetto eclatante di questo tipo di sentenza è rappresentato dal dare maggiore importanza al  "titolo professionale necessario" e che la sua assenza possa "incidere sulla funzionalità della relativa organizzazione di lavoro" .

La persona in oggetto aveva per anni esercitato presso una ASL una attività per la quale, fino a qualche tempo fa, era previsto un diploma professionalizzante biennale. Le norme sanitarie hanno poi nel tempo riformato i titoli e i corsi di formazione portando a tre anni la formazione per svolgere la stessa attività ed equiparando gli stessi (quelli triennali) alle lauree di primo livello.

E' accadtuto così che,dopo anni di servizio svolto presso l'ASL, in virtù di questa variazione dei requisiti e della formazione, l'operatrice è divenuta non più idonea, tanto da "incidere sulla funzionalità della realtiva organizzazione del lavoro", ergo, licenziabile.

Ma mi domando: e tutti gli anni di esperienza diretta sul campo che fine fanno?

LO Stato stabilisce nuovi criteri, li mette sulla carta e all'improvviso chi fino a prima era in grado di svolgereun determinato tipo di lavoro viene immediatamente colpito da una amnesia diffusa rendendolo incapace di lavorare?

No! Non è così! Tu che hai svolto quel lavoro sei ancora in grado di svolgerlo, ma come Stao non te lo permetto più. Come Stato ti rendo, grazie all'inchiostro, non più idoneo. In un attimo ti ho fatto diventare, come stato, un nuovo protagonista della flessibilità e della mobilità del mondo del lavoro. Ti rendo la tua libertà di trovare una nuova collocazione professionale dove poterti esprimere al meglio. Un pò di ironia è d'obbligo. Purtroppo rimangono la disperazione per chi alla soglia dei 50 anni deve ricrearsi una professione. 

Possibile che in Italia vinca il valore di un titolo piuttosto che la capacità professionale? Vinca la carta piuttosto che la meritocrazia?

Vorrei ricordare che l'Italia è tra i pochissimi paesi, se non l'unico, dove questo accade.                                                                      

La mia paura più grossa.

Non vorrei, con questa sentenza, vedere nel prossimo futuro emettere una norma solo per eliminare una categoria professionale perchè considerata concorrente ad interessi di parte, tuttavia,questa sentenza potrebbe anche far accadere questo.

 

Sergio Audasso

                                                                                                                                                       

 


Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/11/2013