Nucleare, l’Iran torna all’attacco: “Non ci piegheremo alle minacce”

Il presidente Rohani il giorno dopo il fallimento dei colloqui a Ginevra: «L’arricchimento un nostro diritto. Le sanzioni? Illegali e inefficaci»

Fonte: Lastampa.it

Il giorno dopo il parziale fallimento dei colloqui nucleari fra Iran e potenze del 5+1 a Ginevra, il presidente iraniano Hassan Rohani ha detto in parlamento a Teheran che il paese non piegherà la testa di fronte a qualsiasi minaccia o sanzione.  

«La Repubblica islamica dell’Iran non ha mai piegato e non piegherà mai la testa a nessun potere», ha detto Rohani come riferisce l’agenzia Isna. «Abbiamo detto alle controparti negoziali che pressioni e umiliazioni non sortiscono effetti», ha affermato ancora il presidente in un dibattito parlamentare sulla nomina di alcuni ministri. 

«L’arricchimento sul suolo iraniano è una linea rossa» della posizione negoziale di Teheran con le potenze del 5+1: come riferisce l’agenzia Isna, lo ha detto in parlamento a Teheran il presidente iraniano Hassan Rohani. «Dal nostro punto di vista, ha detto ancora Rohani come riferisce l’agenzia Isna, nessuno può sorpassare la linea rossa. Il diritto della nazione iraniana è la nostra linea rossa. L’interesse nazionale è la nostra linea rossa. I diritti includono i diritti nucleari nel quadro della legge internazionale come l’arricchimento sul suolo iraniano».  

Il presidente iraniano Hassan Rohani ha detto che «la repubblica islamica dell’Iran ha messo sul tavolo saggezza, logica e iniziativa» ai negoziati nucleari di Ginevra con il 5+1. «Al tavolo della soluzione dei problemi del mondo ci dovrebbe essere solo saggezza e logica», ha insistito Rohani come riferisce l’agenzia Isna. «In questo caso - ha aggiunto - il profumo può essere avvertito da tutti. Se c’è qualcosa di diverso sul tavolo l’effetto è un cattivo odore per la società» e i negoziatori.  

«Non sediamo al tavolo negoziale a causa della pressione delle sanzioni» ha continuato. «Consideriamo le sanzioni una soluzione illegale e inefficace», ha premesso Rohani come riferisce l’agenzia Isna e ricordando che «negli anni 2001, 2002 e specialmente 2003, responsabili iraniani sedettero al tavolo dei negoziati anche se non c’erano sanzioni e insistevano sui loro logici colloqui e anche quando il nemico voleva avviare le tiranniche sanzioni l’Iran non interruppe le discussioni: ciò significa che la Repubblica islamica crede che soluzione politica, colloqui e dialogo possono risolvere le questioni internazionali. Credono - ha aggiunto riferendosi implicitamente alle potenze del 5+1 - che l’Iran abbia iniziato i colloqui dal 2012 o 2013».  

«Le sanzioni sono una perdita per tutti, non solo per la nazione iraniana ma anche per coloro che impongono le sanzioni»: lo ha sostenuto il presidente iraniano Hassan Rohani intervenendo a un dibattito parlamentare a Teheran convocato su una vicenda di nomine ministeriali.

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Articolo pubblicato il 10/11/2013