Regione - In Aula le comunicazioni sul Valdese

Il nosocomio destinato alla chiusura

"La Tac dell’ospedale Valdese è già stata trasportata all’Oftalmico e da lunedì prossimo sarà in funzione. La struttura oncologica è ormai completamente stata portata al Martini”.

Questo un passaggio della comunicazione dell’assessore alla Sanità Ugo Cavallera, che è intervenuto circa la situazione del Valdese, nosocomio destinato alla chiusura.

L’assessore ha ripercorso la recente storia dei contenziosi sul punto, ricordando che

“sono sopravvenuti dei ricorsi, presentati sia dai medici, sia dalla tavola Valdese, sia dal comitato di difesa dell’ospedale. Ciò ha portato alla sospensione del provvedimento di chiusura, fino al 30 settembre 2013, poi a novembre. Per il Tar doveva servire a una maggiore gradualità del trasferimento attività, garantendo continuità nell’erogazione delle prestazioni”.

“Nel frattempo – ha continuato Cavallera - è sopraggiunta una istanza gerarchica al Capo dello Stato, con le stesse motivazioni del primo ricorso. Ora la sospensiva è stata respinta, ma il Tar ha raccomandato attenzione alle procedure di trasferimento delle attività, che sono state decise sia al Martini, sia all’Oftalmico”.

Per quanto riguarda l’Oftalmico le attività sono state trasferite e si è anche spostata la Tac, visto che quella già presente in quell’ospedale si era guastata.

“La struttura di oncologia, sia per le risorse umane, sia per le attrezzature è stata trasferita al Martini e opera a tempo pieno. Il resto è stato portato all’Oftalmico e presto sarà in funzione”.

Al Valdese restano attività residuali, in attesa della chiusura, che la Giunta ha intenzione di effettuare.

Il primo a intervenire è stato Davide Bono (M5S), sottolineando che il Tar si è pronunciato soltanto sulla sospensiva e che nel merito potrebbe

“teoricamente ancora dare ragione ai ricorrenti. La Giunta ha tenuto conto di questa eventualità e quindi di poter essere obbligata a riaprire il Valdese?”.

Secondo Nino Boeti (Pd), si tratta di un

“argomento doloroso per questa Regione e per Torino. Anche le parole di Cota, che lo definisce un ‘non ospedale’ sono ingenerose nei confronti di una struttura che era un importante centro specialistico. Avremmo voluto che tutto il percorso diagnostico terapeutico che si faceva al Valdese ora fosse concentrato in un’altra struttura, ma così non è”.

Monica Cerutti (Sel) trova

“incomprensibile che, mentre è ormai certa la chiusura, continuino lavori di ristrutturazione all’interno del Valdese: in primavera saranno consegnati due nuovi reparti, ristrutturati e pagati dalla Regione. Ma con quali finalità, visto che l’ospedale non deve continuare a lavorare? Ci vuole chiarezza, sennò è l’ennesimo spreco”.

Eleonora Artesio (Fds), ha sottolineato come sul Valdese

“pesino alcune scelte di carattere organizzativo, nel riordino delle rete ospedaliera, e alcune modalità di comportamento nell’esercizio del potere. Al Valdese si è smantellato velocemente quanto non si è ricostruito altrove. Contro ogni evidenza statistica e ogni opportunità si è fatta una scelta di chiusura. In questa operazione sono più le perdite che i vantaggi e le persone avranno lunga memoria di queste perdite”.

Sara Franchino (Pensionati), pur condividendo la razionalizzazione della spesa ospedaliera e quindi la chiusura del Valdese, ha ricordato che

i malati possono diventare soggetti di un disagio che bisogna evitare, anche a livello di comunicazione e con ogni tipo di assistenza verso chi già vive una situazione di debolezza e di difficoltà”.

L’assessore Cavallera, nel prendere atto di tutti gli interventi, ha da parte sua sottolineato ancora una volta come il Valdese operasse

“perlopiù come service esterno, con tutti gli oneri che ciò comporta. Voglio rassicurare i colleghi che tutte le problematiche relative al trasferimento sono state tenute in conto nello svolgimento di questa operazione”.

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Articolo pubblicato il 07/11/2013