PlayStation 4, studenti sfruttati per la produzione?

Vicende di condizioni di lavoro estreme non sono nuove alla Foxconn, questa volta ai danni degli studenti della Xi'an Technological University

Fonte: Chimerarevo.com

Il mondo dei videogame è molto vario, alcuni preferiscono giocare col proprio assemblato con componenti scelte ad hoc per il gaming, altri, i più conservatori, rimangono fedeli alle console. Come ben sappiamo le console migliori sul mercato sono la Xbox di Microsoft e la PlayStation di Sony.

La PlayStation è ormai arrivata al suo quarto upgrade se così possiamo definirlo e di certo è di già il sogno di molti videogamer, dai più grandi ai più piccini. Le sue specifiche tecniche sono a dir poco da urlo e promette davvero molto. Tuttavia non è tutto oro quel che luccica.

Sebbene Sony sia un marchio Giapponese, come qualsiasi multinazionale, ricorre alla terra del sol levante per la produzione soprattutto per il costo di manodopera che è minore. Più precisamente oggi vogliamo parlarvi di ciò che sembra sia accaduto alla Foxconn, la più grande produttrice di componenti elettroniche mondiali e che conosciamo anche per via di Apple. Sembrerebbe infatti che degli studenti universitari siano stati obbligati a partecipare alla produzione dell’ultima console della casa nipponica.

 

Come tutte le università che si rispettino, anche la Xi’an Technological University organizza degli stage finali per i propri studenti e più precisamente proprio alla Foxconn. E fin qui ci siamo, tutto ok, la notizia sconvolgente arriva quando veniamo a conoscenza del fatto che gli studenti sarebbero stati obbligati a frequentarlo altrimenti ci sarebbero state ripercussioni in ambito scolastico, gli studenti si sarebbero infatti giocati 6 crediti universitari.

Più utenti hanno confermato quanto si dice in giro e sembra inoltre che i lavori svolti erano prettamente manuali e non inerenti al corso di studi affrontato durante gli anni addietro. I turni superavano le 11 ore e le pause erano irrisorie. L’università non ha voluto dare informazioni a riguardo e la Foxconn sostiene invece che tutti i lavoratori lo hanno fatto volontariamente, tesi che va in conflitto con le testimonianze degli studenti.

La Foxconn non è nuova a questo tipo di vicende e sappiamo che a causa dello sfruttamento e dei turni troppo lunghi e massacranti, più dipendenti in passato hanno trovato rimedio nel suicidio. Un atto così estremo non può che essere dovuto a condizioni di lavoro estreme ed impossibili da sostenere. Non si esclude affatto perciò che le testimonianze degli studenti siano vere e non dicerie per fare cattiva pubblicità all’azienda.

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Articolo pubblicato il 15/10/2013