Insulti e minacce dai venditori abusivi
Foto d'archivio

Ci scrive Domenico Morra, Capogruppo della Lega Nord Bossi in Circoscrizione 10

Non solo non sono più padrone a casa mia, ma anche ostaggio. Così mi sono sentito al banchetto al mercato di Via Onorato Vigliani a Torino ieri mattina 28 settembre.

Dopo mezz’ora che ho piazzato tavoli e bandiere e che volantinavo, hanno iniziato ad avvicinarsi uomini di colore chiedendomi di piazzare vicino a me la loro mercanzia “tarofirmata”.

Al mio ovvio rifiuto, motivato dal fatto che io avevo il permesso PAGATO e loro no, hanno iniziato ad inveire contro di me, sia in italiano che nella loro lingua, accusandomi di rovinargli la giornata.

Ogni tanto ne arrivava uno nuovo che mi rinnovava la richiesta, ma io, irremovibile, continuavo il mio lavoro ribadendo il rifiuto.

 

Queste persone sono lì tutti i sabati, sempre gli stessi e, da quanto ho sentito in giro, non vendono solo borse e portafogli taroccati.

Ho telefonato alla sezione locale circoscrizionale dei Vigili Urbani, mi hanno risposto che non c’erano pattuglie disponibili in zona. Da notare che neanche un’ora prima erano passate due solerti vigilesse a controllare che avessi il permesso dopo appena dieci minuti che mi ero piazzato.

È passata per caso una pattuglia della Guardia di Finanza, mi sono avvicinato chiedendo loro di intervenire. Mi hanno risposto che ci avrebbero pensato loro e sono andati via.

Vista la scena, alcuni degli uomini di colore, mi hanno avvicinato minacciandomi che me la avrebbero fatta pagare e se mi rendevo conto di cosa stavo combinando.

 

Per tutto il tempo rimanente in cui sono rimasto, ho dovuto continuare a volantinare guardandomi in giro sempre ostaggio degli energumeni che non mi perdevano di vista un solo istante.

Mi hanno chiesto se potevano prendere dal tavolo uno dei miei bigliettini da visita da Consigliere di Circoscrizione, al che li ho prontamente ritirati.

Molto spesso uno di loro si avvicinava chiedendomi quando sarei andato via. Il mio: “Quando avrò voglia” o “Quando mi farà comodo” li indispettiva sempre più, ma a me interessava poco.

 

La cosa che più mi ha negativamente colpito e, devo dire, anche deluso, è che parecchi cittadini avventori del mercato durante questi conciliaboli prendevano le loro difese sostenendo che anche loro dovevano mangiare. Fa male pensare a come sia ignorante certa gente che non si rende conto del fatto che anche loro mangiano, ma senza pagare un centesimo di tasse e sulle spalle di tutti quelli che invece le pagano.

 

Ciliegina sulla torta, mentre, finalmente per loro, all’orario prestabilito ho iniziato a smontare il banchetto e loro si stavano già piazzando, alcuni “solerti” cittadini gli si sono avvicinanti avvertendoli che all’inizio del mercato c’erano due vigili che stavano venendo in questa direzione.

Mentre salivo in macchina riflettevo sulla condizione cui siamo costretti a vivere, ormai ostaggio di questi elementi che fanno tutto ciò che vogliono, consapevoli dell’impunità di cui godono e per questo usano tutta la prepotenza che possono.

 

Conclusione amara visto anche come si comportano i tuoi concittadini, i primi a doversi ribellare a questa situazione, arrivi a pensare: “Ma chi me lo fa fare”, rischiare l’incolumità personale e forse la vita per chi?

Poi tutto passa e ti ritorna la voglia di lottare rafforzata anche da questi episodi. Io non mollo e vado avanti, ci saranno altri sabati, altri banchetti altre battaglie da vincere.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/10/2013