Patrizia Polliotto: "Aumento dell'IVA equivale a morte dei consumi già in agonia"

Le dichiarazioni della Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte che rilancia l’urgenza di nuovi provvedimenti per riavviare subito economia e sviluppo

Esprime viva preoccupazione l’avvocato Patrizia Polliotto in merito all’aumento dell’Iva, tema di estrema attualità in questi giorni. La Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, che ricopre incarichi di primo piano in qualità di Componente il Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo, del Cda di F.S.U. (Finanziaria Sviluppo Utilities, Capogruppo di Iren Spa) e di Amministratore Delegato di Icarus-CMFS (Società del Gruppo Finmeccanica) interviene sul tema:

La preoccupazione per i consumatori piemontesi sull'aumento dell’Iva, che comporterà un impoverimento reale di circa 103 euro annui a nucleo familiare, nasce dalla presa di coscienza del fatto che essa porterebbe a una sicura ulteriore contrazione dei consumi. Ovvero, l'ultimo degli effetti di cui l'Italia ha bisogno in questo momento”,

spiega l’Avvocato Patrizia Polliotto.

A parte l'abolizione dell'IMU, fatto sicuramente postivo, a ben guardare le azioni di una certa politica da giugno a oggi si ha l’impressione di avere a che fare più con delle vittorie di Pirro che con dei provvedimenti risolutivi di problematiche primarie per il bene del Paese. Se da un lato si va sbandierando ai quattro venti mediatici il fatto di aver reperito i fondi per finanziare questo o quel comparto, tipo la scuola, a discapito di un aggravio del pressing fiscale su più fronti, specie verso generi di impiego abituale come birra e caffè, quello che oggi manca e che può fare la differenza è un piano esecutivo che sia in grado di parlare concretamente all'Italia di ripresa, rilancio, sviluppo. Altrimenti si corre solo il rischio di giocare a tappare i buchi, tirando la coperta da questa o quella parte del letto, senza preoccuparsi del fatto che per non avere realmente freddo è necessario reperirne una in più”,

conclude il noto legale.

 

                                                                                              Maurizio Scandurra 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/09/2013