Condanna delle violenze in Valsusa
Foto d'archivio

Il documento esprime piena solidarietà alle Forze dell'Ordine, ai lavoratori, alle imprese, ai cittadini che hanno subito danneggiamenti, ritorsioni e minacce

Abbiamo consapevolezza del fatto che esiste un forte e aspro contrasto  verso la Tav, ma questo deve rimanere nell'alveo delle leggi”,

così il presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, ha presentato l'ordine del giorno di tutto l'Ufficio di Presidenza “Ferma condanna degli atti di violenza”, che ha occupato la discussione pomeridiana di martedì 17 settembre in Aula.

Questo Consiglio - ha aggiunto -in passato ha più volte approvato atti di condanna delle violenze, e oggi abbiamo tenuto conto dell'appello lanciato dal procuratore capo di Torino sul ruolo della politica nel contrasto di questi episodi”.

Il documento esprime piena solidarietà alle Forze dell'Ordine, ai lavoratori, alle imprese, ai cittadini che hanno subito danneggiamenti, ritorsioni e minacce.

Nel testo sono state recepite anche alcune modifiche proposte dalla consigliera Eleonora Artesio (Fds) che ha denunciato

“il tentativo di rendere invisibili i cittadini della Valsusa, compiendo così un processo di anonimia delle posizioni contrarie all'opera. Il Consiglio, schierandosi così apertamente, dimentica il dovere di rappresentanza”.

Cattaneo prima del voto finale ha spiegato che

“non siamo entrati nel merito dell'opera, ma solo degli episodi di violenza. È stato corretto recepire i suggerimenti della consigliera Artesio, siamo i primi a tenere alla promozione della partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni istituzionali e sociali. Questo era anche il senso della nostra recente visita al cantiere di Chiomonte”.

Durante la discussione si sono confrontate diverse posizioni, rese evidenti anche dagli undici documenti presentati.

Per la maggioranza, con i consiglieri Daniele Cantore e Giampiero Leo  (Pdl), Massimiliano Motta (Fdi) e Mario Carossa (Lega Nord), 

“il movimento No Tav ha ormai assunto una deriva eversiva e ha fatto perdere di vista la legittima protesta che i cittadini della Valle portano avanti da vent'anni. Chiediamo al Sindaco di Torino, Piero Fassino, di rivedere il rapporto della città con i centri sociali, spesso centri logistici e organizzativi della protesta”.

Attenzione al ruolo dei cittadini e condanna della violenza sono arrivate anche dai gruppi di opposizione con Aldo Reschigna, Roberto Placido e Nino Boeti (Pd), Andrea Buquicchio e Tullio Ponso (Idv):

“Oggi qui non dobbiamo discutere se si fa la Tav e non dobbiamo fare inutili forzature. Nessuno mette in discussione il diritto sacrosanto di opporsi all'opera e non vogliamo criminalizzare un movimento. Pensiamo che certi episodi siano un segnale preoccupante di eversione e pensiamo che l'Udp abbia fatto una cosa positiva”.

Più critici Monica Cerutti (Sel), Davide Bono (M5S) e Fabrizio Biolè (Gruppo Misto), con la prima che ha chiesto di

“condannare la militarizzazione della Valsusa per reprimere il dissenso. Ci auguriamo un tempestivo ritorno al dialogo nel rispetto delle posizioni di dissenso”. Di “rischio infiltrazioni mafiose, come emerge dall'inchiesta Minotauro” ha parlato Bono, “le grandi opere, come dimostra il recente arresto dell'ex presidente dell'Umbria, portano sempre numerosi problemi”.

Il documento dell'Udp è stato approvato a larga maggioranza. Approvati anche i due odg di Carossa (uno sulla linea Genova-Rotterdam) e quello di Motta (censura delle affermazioni di Bono). Respinti tutti gli altri.

A fine seduta approvato all'unanimità un documento sulla cessazione della produzione alle acciaierie Riva di Lesegno (Cn), primo firmatario Elio Rostagno (Pd).

 




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Articolo pubblicato il 18/09/2013