L'Europa ci salverà?

Da anni ormai le sorti dei paesi sul mediterraneo sono legate ai monitoraggi europei

“E' l'Europa che ce lo chiede” è diventato un ritornello che sentiamo pronunciare da alcuni anni da politici, e non solo, a fronte di quanto l'Unione Europea e la Germania chiedono ai paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia per venire fuori dalla crisi.

E così, a suon di Troika e Austerity, Portogallo e Grecia si son ritrovate in condizioni pessime, proteste di piazza e difficoltà economiche di non facile e immediata soluzione.

Spagna e Italia non se la passano comunque meglio e ancora negli ultimi mesi la stessa Unione Europea e diverse agenzie di rating non hanno smesso di sottolineare quanto il nostro paese debba ancora fare sulla strada della ripresa.

A sentire politici che con il leit-motiv “E' l'Europa che ce lo chiede” pendono dalle labbra di cosa ci chiedono dal Nord Europa, mi sovviene una bellissima poesia del poeta, guarda caso greco, Kavafis che in una sua poesia “Aspettando i barbari” scriveva “Perché un tale marasma al Senato? / Perché i senatori restano senza legiferare? / E' che i barbari arrivano oggi. / Che leggi voterebbero i senatori? / Quando verranno, i Barbari faranno la legge.”

Il rischio che oggi molti paesi corrono è quello di non riuscire a venir fuori dal pantano della propria crisi poiché troppo legati al volere di istituzioni esterne, che in qualche misura legiferino per loro.

L'austerity non paga e questo lo abbiamo visto negli anni passati, nonostante molti economisti di spessore internazionale come Krugman abbiamo riportato in auge il pensiero di Keynes secondo cui nei periodi di crisi bisognerebbe paradossalmente investire e spedere di più a livello statale per creare le condizioni della ripresa.

Ciò nonostante, sembra che aspettare che gli altri ci dicano cosa fare sia la scelta più saggia, per quello strano senso di deresponsabilizzazione che ci porta a credere che siano gli altri quelli ad avere le ricette migliori.

Recentemente Squinzi, vertice di Confindustria, ha detto sommessamente che saremmo vicino a una ripresina, dal momento che le previsioni sul PIL sono state smentite passando da un -1,9% a un -1,6% (sai che roba!). La disoccupazione potrebbe anche aumentare, vista poi anche la piega che sta prendendo la vicenda Ilva.

Non facciamo, dunque, come i senatori di Kavafis, ma pensiamo a come riprenderci da una crisi che sta mettendo in ginocchio i paesi del mediterraneo, risollevandoci con le nostra forze, con le nostre idee, con la nostra storia e le enormi capacità e risorse di cui è dotato questo paese.

 


Marco Pinzuti

 

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Articolo pubblicato il 18/09/2013