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Cultura
Il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci
Un caso unico nella Storia dell'Arte
Articolo di Giancarlo Guerreri
Pubblicato in data 21/01/2024

 

Raccontiamo la storia di un "caso storico" relativo alle vicissitudini di una presunta opera leonardesca.

CRONOLOGIA:

1499        Data di realizzazione
1649        Acquistato da Carlo I d’Inghilterra
1763        Venduto dal figlio del duca di buckingham
1900        Acquistato da un collezionista per poche sterline.
1958        Gli eredi la misero all’asta ricavando 100 dollari
               Dopo numerose ricerche osservando il dipinto ai  raggi X si comprese che si trattava di un     originale leonardesco.
2010        Restaurato presso la National Gallery
2013        Venne venduto a 80 milioni di dollari.
2013        Rivenduto a 127 milioni di dollari.
2017        Battuto all’asta da Christie’s… per 450,3 milioni di dollari acquistato negli Emirati Arabi.
2017        Walter Isaacson dichiara che il dipinto è un falso. il dipinto     scompare…
2021        Il museo del Prado di Madrid, nel catalogo per la mostra  «Leonardo e la copia della Monna Lisa» declassa il «Salvator  Mundi».

               Questa decisione rappresenta la reazione più critica di un importante museo dopo la  vendita Christie’s.
2023        Si trova in Arabia Saudita presso una collezione privata

 

A sinistra prima del restauro del 2010


Un caso estremamente controverso è quello del Salvator Mundi, la sua storia è tra le più incredibili e discusse tra le opere d’arte.
Nel 2011 i giornali di tutto il mondo annunciarono la scoperta di un “Cristo” di Leonardo.
Il ritratto rappresenta una figura di Cristo che benedice con la destra e che tiene in mano il mondo con la sinistra. Del quadro, che secondo alcuni appartenne a Salai aiutante di Leonardo, se ne persero le tracce fino al 1649, anno in cui il suo proprietario, Carlo I d’Inghilterra, venne decapitato. Il dipinto passò quindi nelle mani di Carlo II che lo cedette al duca di Buckingam.
Il figlio del duca lo rivendette nel 1763 ad un collezionista per poche sterline.
Il quadro scomparve di nuovo, per poi ricomparire nel 1900, acquistato da un collezionista che ignorava fosse di Leonardo.
58 anni dopo gli incauti eredi del collezionista lo misero all’asta ricavando meno di 100 dollari.

Dopo la scoperta interessante di una autentica incisione di Wenceslaus Hollar risalente al 1650, che riproduceva fedelmente un originale leonardesco, si ipotizzò che il ritratto del Salvator Mundi fosse proprio l’originale che ispirò l’incisione di Hollar.
Iniziarono ricerche e analisi sempre più approfondite, fino a scoprire che osservando il dipinto ai Raggi X si poteva scorgere un “pentimento” relativo alla posizione del pollice destro, che non sarebbe stato presente in una eventuale copia.
Dopo un minuzioso restauro realizzato dalla National Gallery, il valore del quadro salì alle stelle.

A destra durante il restauro del 2010


Nel 2013 fu venduto a 80 milioni di dollari, quindi pochi giorni dopo a 127 milioni di dollari.
Infine nel 2017 venne battuto all’asta di Christie’s per 450 milioni di dollari.

Il problema della sfera:
Questa incredibile aggiudicazione fece scalpore in tutto il mondo, essendo la vendita più importante mai realizzata tra privati.
L'impennata delle valutazioni, sconsideratamente alte, venne fermata da una osservazione molto acuta da parte di Walter Isaacson, il noto scrittore e realizzatore della biografia di Steve Jobs.


Walter Isaacson pubblicò una corposa monografia su Leonardo, osservando che il dipinto del Cristo presentava una grave anomalia ottica. Si trattava della sfera di vetro che il Soggetto tiene nella mano sinistra. Secondo gli studi di ottica, che ben conosceva Leonardo, ciò che appare nella parte posteriore della sfera di vetro dovrebbe essere distorto e rovesciato. Quindi il braccio, il vestito azzurro e la mano avrebbero dovuto essere notevolmente deformate. Ciò che invece vediamo rappresenterebbe quello che si dovrebbe osservare attraverso una sfera di vetro cava, dove manca la distorsione dovuta alla rifrazione del vetro pieno.


Questa corretta osservazione mise in discussione l’effettiva originalità del dipinto e fece nascere una valanga di questioni complesse, non solo di natura prettamente artistica.
Isaacson aggiunse che la sua perplessità nascerebbe  dal fatto che Leonardo, così attento ai particolari, non avrebbe potuto commettere un errore tanto banale e grossolano.

Inoltre aggiunse che Leonardo in quel periodo era immerso negli studi di ottica, ed era ossessionato da come i raggi di luce si comportavano sia nella riflessione che nella rifrazione.


Quello che si osserva dietro una sfera piena di vetro è molto diverso da quello che vediamo nel dipinto: l'immagine risulta rovesciata e rimpicciolita.
Leonardo si stava appassionando agli studi di ottica a verso la fine del '400 le sue conoscenze risultavano molto approfondite.


Sembrava quindi assai improbabile supporre che il genio vinciano avesse potuto commettere un errore così grave e indegno della sua fama.
Recentemente, dopo l’incredibile vendita all’asta di Christie’s, dopo che fu elaborato lo shock del presunto falso leonardesco imputabile alla sfera di cristallo, anche le considerazioni esposte da Isaacson sembrano ridimensionate.


Le obiezioni di un team di ricercatori della California di Irvine riguardarono la rifrazione della luce che, secondo alcuni, potrebbe dimostrare che si tratti di una sfera cava e non piena. In tal caso la luce non avrebbe subito una rifrazione.


Pietro Marani docente del Politecnico di Milano afferma all'ANSA: "Non sono d'accordo, però, sul fatto che si tratti di una sfera di vetro cava: è evidente che sia fatta di cristallo di rocca, come dimostrano le inclusioni del quarzo rappresentate alla base". Il fatto che la sfera sia piena, inoltre, non cambierebbe la rappresentazione del panneggio della veste del Cristo. "Io stesso mi sono autofotografato con un globo di cristallo in mano vicino al petto - racconta Marani - e quello che si vede è esattamente il palmo della mano e il vestito che indosso senza alcuna inversione o deformazione".


Non esiste una unanime concordanza da parte degli studiosi sulla autenticità del dipinto, ma questo non sembra averne diminuito il valore commerciale.


Il quadro oggi si trova presso una collezione privata di Abu Dhabi ma si parla di una futura esposizione del quadro in un museo dell'Arabia Saudita che aprirà il prossimo anno il Wadi AlFann, un enorme complesso culturale vicino alla città di Al Ula.

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