APRI
IL
MENU'
L’uomo, i misteri e l’ignoto
Attrazione, repulsione, neutralità, stato di quiete, libero arbitrio.
Che cosa determina la particolare relazione del nostro stato d’essere con ciò che accade dentro e intorno a noi?
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 24/07/2022

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 64 del 23.11.2021 che è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°5.

-------------------------------

 

Si dice che la realtà e i cambiamenti avvengano nella condizione di equilibrio che si produce nello spazio tra due poli opposti. Ed è anche così che si produce una nuova vita mediante l’azione dei due poli genitoriali opposti. Astenendoci dal partecipare al gioco degli schieramenti di parte, e quindi restandocene tranquilli a fare ciò che ci compete, senza distrarcene, imponiamo in modo irreversibile un cambiamento a questo stato di contrapposizione continua, al conflitto perenne di tutti contro tutti.

 

Mi sono agganciato al vostro incontro al momento in cui mi è sembrato si trattasse della potenza a livello quantistico di questa influenza astrale, che è impossibile non riconoscere negli studi di Richard Cavendish, rispetto a quello che invece è il potere del libero arbitrio, per esempio nel rapporto uomo-donna come entità non fisica, ma spirituale, rispetto a quella fisica a cui siamo soggetti. Faccio un esempio banale; la continuità di una coppia credo che derivi dal libero arbitrio dei due elementi che decidono di accettarsi soprattutto nei propri difetti più che nei propri pregi e questo lo si può estendere a qualsiasi forma per esempio delle proteste di cui parlava oggi, sono comunque masse critiche che si muovono.

 

Adesso sì che mi piace l’innesco di questa dinamica, perché permette di uscire dai soliti argomenti. Non lo farò in maniera molto tecnica, altrimenti sarebbe appannaggio di pochi di noi; lo faccio in maniera più filosofica. Abbiamo detto che tutto fa sempre parte del tutto. Qualsiasi cosa. I campi morfogenetici, cioè quelle condizioni nelle quali noi richiamiamo, in questo istante, attraverso il corpo astrale o del desiderio ciò che serve per realizzare qualcosa non sono mai frutto del nostro libero arbitrio. Per poter attivare tale possibilità occorre essere in grado di sfuggire alle regole che noi abbiamo costruito e inserito, dentro e attraverso di noi, nell’astrale collettivo, nell’inconscio collettivo. Ora il mondo, che è stato costruito secondo tali regole, continuerà a funzionare secondo di esse fino a quando ci sarà la possibilità di gestire diversamente le relazioni tra pensieri e desideri, ovvero attraverso una intelligenza in grado di utilizzare, in modo originale e coerente con l’idea originale, il potere del pensiero, subordinando ad esso l’attivazione del corpo del desiderio e, conseguentemente, il funzionamento dell’intero sistema. Prima abbiamo evidenziato quanto sia importante l’aspetto neutro tra due poli opposti. Abbiamo la fortuna di poter osservare come funzionano le cose tra due magneti. Essi mostrano l’esistenza di una zona neutra tra i due campi polari di attrazione, in cui nessuno dei due poli esercita attrazione prevalente sull’altro. Una zona di calma in cui tali forze non agiscono sbilanciate, sono in equilibrio. Normalmente noi siamo schiavi di queste forza dei desideri che non riusciamo a vedere, ma solo a sentire come specifica forza onnipresente in ogni cellula all’interno del nostro intero sistema, come generata e proveniente da esso. Solo di conseguenza a tale attività invisibile i pensieri iniziano a nascere ed apparire sul nostro schermo mentale dove li possiamo vedere. Se desideriamo avere una casa, dopo un certo tempo vedremo apparire nella nostra mente la forma ed i dettagli della casa che desideriamo. La vediamo proiettata nel nostro schermo come una fotografia o un filmato e potremo addirittura vederne i dettagli interni ed esterni (anche se la casa non esiste ancora fisicamente e non ci sia un modello concreto di riferimento). Noi siamo strutturati e funzioniamo così, cioè costruiamo continuamente schemi e immagini, sollecitati a farlo, senza saperlo, da parte dei desideri che attirano a sé sempre nuovo materiale per cercare di soddisfare ciò che quella funzione (quella dei desideri) richiede. Nell’esempio tra uomo e donna si dice spesso che è la chimica ad attirare per prima un’unione tra i due. Io invece vorrei fare un altro esempio perché è più semplice e pratico. Diciamo che due persone si conoscono su un campo da tennis. Tutte due giocano a tennis; non fanno niente altro che giocare a tennis. Facile per loro trovare un elemento comune: giocare a tennis. Giocano così tanto e bene a tennis e di conseguenza si vedono così spesso, che si dicono reciprocamente: senti, tu giochi a tennis, io gioco a tennis, non facciamo che questo, mettiamoci insieme. La sto banalizzando ma non è banale, avviene più spesso di quanto possiamo pensare. Questa sovrapposizione di intenti comuni mette temporaneamente in secondo piano qualsiasi altra caratteristica delle due entità. E queste due entità finiranno per credere che, sulla base dell’affinità su quella caratteristica specifica, si allineeranno anche le altre. È un errore fondamentale che si commette nella cosiddetta fase di innamoramento, perché può capitare così solo se ci costringiamo da soli, per svariate ragioni e solo per il tempo che potremo sopportare tale forzatura. Sopportiamo una condizione fortemente squilibrata che non saremmo in grado di accettare se qualcosa o qualcuno ce la imponesse “dall’esterno”.

 

Definiamo questi punti matematicamente come dei punti di Lagrange. Lei parlava di ciò! Questioni gravitazionali in planetologia in cui si fa riferimento al magnetismo e cose varie. Lei non crede che persone come possono essercene in questo gruppo siano più vicine ad un intorno di X prossimo ad un punto di Lagrange, ovvero non che siano migliori di altre, ma persone che si pongono delle domande per libera scelta al confronto della massa critica?

 

Assolutamente no!

 

Allora mi conceda una provocazione. Allora perché siamo qua?

 

Benissimo, questa è un’altra domanda, di un genere completamente diverso da quella formulata su basi convenzionali, seppure di nicchia.

 

Faccio una osservazione. Io stavo guardando in silenzio una partita di cui non mi interessa nulla perché come audio ascolto volentieri la sua seconda conferenza. Però allo stesso tempo sono affascinato da queste argomentazioni e se un gruppo di persone si trova, nonostante una forza astrale che spinge al nichilismo di Nice, ad impegnare una serata in questo ci sarà comunque un libero arbitrio a cui riferirsi.

 

Benissimo, benissimo! Abbiamo scomodato l’intero universo e quindi lo ringraziamo perché ora ci risponde secondo richiesta e necessità. In realtà è proprio questo che succede. Succede che cose apparentemente così distanti l’una dall’altra, ovvero che probabilmente non si sarebbero mai trovate diversamente, siano invece richiamate a questa relazione attiva, quella originale, sempre potenzialmente presente in ogni essere umano, per cui anche in capo alla galassia avrebbero dovuto (e infatti devono) rispondere al richiamo ed arrivare, non per scelta, ma per necessità imposta attraverso le leggi di affinità, gravità e polarizzazione, quasi del tutto indipendentemente dalla propria volontà. Ed è anche ciò che, permettimi di darti del tu, stai sentendo e che ti attira anche se stai facendo altro. Credi di aver deciso, di aver effettuato una scelta? Ti sei posto forse la domanda continuo a giocare o intervengo? No, ti sei sentito attratto e sei intervenuto sotto l’azione attrattiva formata dall’energia polare delle persone riunite intorno a questo lavoro che stiamo compiendo insieme. Anche se avessi voluto non avresti potuto fare diversamente perché si era attivato l’armamentario del corpo del desiderio e è diventato il tuo desiderio in quel momento, desiderio che una volta formulato, anche inconsciamente, è praticamente impossibile riuscire a bloccare e quindi fa agire nel senso della sua soddisfazione, che lo si voglia o no. Non appena l’aggregato costituito da questo gruppo si scioglie, tale forza di attrazione non sarà più attiva. Però è servito ad attivare dentro di te, temporaneamente, ciò che era già presente e che in quel momento era soverchiato da ciò che stavi facendo altrimenti. Non c’è libero arbitrio in questo. C’è solo legge di attrazione. Almeno in principio. Il libero arbitrio subentra solo quando chiamiamo tutto quello che noi siamo di fronte a quel complesso che consideriamo “coscienza” (praticamente non descrivibile come formula matematica, non prevedibile, inesistente dal punto di vista scientifico o invisibile, esattamente come l’elettrone, che sappiamo esistere a causa delle conseguenze delle sue azioni, ma non è visibile). Ecco, in quel momento succede che quella cosa, potenzialmente già presente dentro di te, si è attivata e continuerà a lavorare per proprio conto. Poi, ad un dato momento, inizierà a rendere conto alla sua coscienza fino al momento in cui gli perverrà una domanda particolare, diversa dalle solite, alla quale dovrà rispondere, per la prima volta, usando realmente il suo libero arbitrio. Riconoscerà tali caratteristiche per una ragione molto semplice. Quella domanda lo porrà di fronte ad un dilemma esistenziale profondo e pratico: seguire ancora qualcosa dei concetti e dei valori precedenti oppure fare un salto nel buio completo. Vedremo che questo salto nel buio completo così non è. Infatti non si tratta di fare una rivoluzione (che farebbe ritornare al punto di partenza e quindi a non cambiare nulla) ma di invertire il nostro approccio alle cose, ovvero ritornare sulla strada che conduce all’Origine, al punto zero di tutto (vedi schemi e tavole precedenti), da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. Solo in quell’istante si potrà comprendere il senso della risposta che l’intero universo ci sta dando. Perché ho affermato “non matematico”? Perché anche se esiste una “matematica”, i piani nei quali essa si esprime sono diversi ed anche la matematica è diversa: infatti deve tenere conto di situazioni nuove, non prevedibili nel piano in cui deve affrontare variabili infinite. La nostra matematica, quella che vale nel nostro attuale piano di vita o livello vitale, ci ha condotto al suo limite, che coincide con i nostri limiti e quelli del mondo in cui viviamo confinati. Abbiamo raggiunto le vette del nostro modo di vivere. Un limite invalicabile se non cambiando totalmente i nostri parametri vitali, le leggi di relazione tra le componenti della vita che ci contraddistinguono nel nostro attuale stato. Il limite tra la pseudovita che noi stiamo conducendo, convinti che sia l’unico modo di condurla, e la vera vita.

 

 

 

 

Per evitare che potessimo applicare la nostra matematica al di fuori del nostro mondo indiscriminatamente siamo stati richiusi temporaneamente su questo pianeta, l’unico su cui al momento possiamo vivere grazie ad una atmosfera adattata alle esigenze del momento. Ma anche qui le cose si stanno evolvendo come condizioni al contorno dell’essere umano attuale. E l’essere umano dovrà adattarsi.

 

 

Siamo stati richiusi temporaneamente all’interno delle fasce di Van Allen come all’interno di una gabbia magnetica.

 

Bisogna aver pazienza per accettare l’ascolto di questi concetti senza rimuoverli immediatamente e poterli assimilare ed elaborare in modo costruttivo, andando oltre quelli che ci hanno condotto fino al punto in cui siamo ma che ora ci tengono prigionieri. Concetti che non sono lineari e non sono patrimonio di questa o quella scienza, religione, filosofia, credenza o altro. Sono patrimonio dell’essere umano, dell’umanità e della vita e vanno oltre i limiti che ci siamo autoimposti per comodità e vantaggio temporaneo. Sono concetti utilizzabili trasversalmente ad ogni credo e disciplina e non sono soggetti alle nostre regole condivise e consolidate, ma solo, liberamente e responsabilmente, all’idea originale.

 

 

------------------------

prosegue nei prossimi articoli …

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

 

#interdipendenza
#universo
#essere umano
Altre notizie di
L’uomo, i misteri e l’ignoto