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Politica Nazionale
Il PM di Catania chiede il non luogo a procedere per Matteo Salvini sul caso Gregoretti.
Non ci fu sequestro di migranti. Linea condivisa con il Governo Conte
Articolo di Francesco Rossa
Pubblicato in data 10/04/2021

Stamane erano in programma le battute decisive al processo di Catania contro Matteo Salvini, per il supposto sequestro di immigrati sulla nave Gregoretti. Il leader della Lega, accompagnato dall’avvocato Giulia Bongiorno, è indagato, per sequestro di persona e abuso di ufficio, per aver ritardato, quando nel luglio 2019 era ministro dell’Interno, lo sbarco dei 131 migranti salvati in mare che si trovavano a bordo della nave Gregoretti. 

Sin dal 30 luglio dello stesso anno, la procura di Siracusa aveva aperto un fascicolo con l'accusa di sequestro di persona e abuso di ufficio per Matteo Salvini. Un'indagine molto simile a quella avviata nell'estate del 2018 sul caso Diciotti. Se però su quest'ultima vicenda il Senato, titolato a rilasciare il via libera al procedimento sull'ex ministro dell'Interno,  si era espresso a favore di Salvini, in questo caso il 12 febbraio 2020 il Senato era stato di parere opposto, essendo cambiata la compagnie governativa. La richiesta avanzata dagli stessi pm siciliani nell'udienza preliminare di ieri è stata "Non luogo a procedere".

Il leader della Lega ed ex ministro degli Interni, accusato di sequestro di persona, "non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali", la sua scelta di non far sbarcare i migranti a bordo della nave militare e di trattenerli per alcuni giorni  è stata "condivisa dal governo", il Conte 1 (nell'ottica di una pressione sui partner dell'Unione europea per la ridistribuzione e il ricollocamento degli stessi migranti) e la sua posizione "non integra gli estremi del reato di sequestro di persona" perché "il fatto non sussiste".

Dopo mesi di polemiche feroci e attacchi politici altrettanto violenti partiti dalla sinistra, con il farneticante grillino  Danilo Toninelli  in testa, il magistrato Andrea Bonomo smonta a uno a uno tutti i capi d'accusa imbastiti davanti al Gup Nunzio Sarpietro.

La Procura di Catania, nella richiesta di archiviazione, aveva scritto che "l'attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della 'libertà", dal momento che le "limitazioni sono proseguite nell'hot spot di Pozzallo" e che "manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato". Inoltre, aveva osservato il pm, "le direttive politiche erano cambiate": dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di "farlo in tempi brevi", giustificando "i tempi amministrativi" per attuare lo sbarco dei migranti "con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea". Sulla nave, sottolineano i pm, "sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità" e "lo sbarco immediato di malati e minorenni".

Le azioni di Salvini sono state illegittime? A mio avviso no, ma non sto dicendo che sia moralmente o politicamente giusto. Non tocca a noi deciderlo”, sostiene  il PM. E poi: “Tutto il governo condivideva l’idea che si dovesse ottenere dall’Europa un meccanismo diverso, perché chi arriva in Italia arriva in Europa. Sicuramente era un principio condiviso da tutto il governo. C’era condivisione politica, ed è continuato anche dopo l’uscita di Salvini dal governo come dimostra l’accordo di Malta”, aggiunge. “È da considerare un posto provvisorio anche una nave, se vengono garantite le condizioni di sicurezza ai migranti salvati”.

Le parti civili insistono ancora per il rinvio a giudizio di Salvini. In programma altre due giornate di udienza preliminare, una sempre in aprile e l’altra, quella in cui il gup Sarpietro dovrà decidere, il 14 maggio.

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