Luoghi comuni difficili da eliminare rendono ancora più duro il lavoro della coscienza.
Parte sesta del tredicesimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 13 dicembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.
L’ignoranza è la causa fondamentale dell’idea che abbiamo di poter vivere separati dalla nostra Origine. Separati da ciò che ci fa vivere!
È evidente anche per un bambino che non si possa vivere separati dalla propria sorgente di vita. Per comprendere veramente cosa ciò significhi occorre fare uno sforzo personale cosciente e non semplicemente aderire fideisticamente a questa o quella indicazione religiosa. Ciò che è evidente per un bambino, e dovrebbe essere ancora più chiaro ad un adulto, finisce invece per diventare sempre più nebuloso e lontano, sostituito da assunzione di dogmi e riti scaramantici eseguiti in pompa magna, ignorando quali forze si scatenino dentro il nostro sistema agendo con troppa leggerezza. Molti seguono alcune indicazioni affermando che “tanto male non fa”; se conoscessero come stanno realmente le cose dietro ciò che appare, forse non ne sarebbero più così sicuri!
(piccolo intervallo durante il quale sono proseguiti gli scambi di esperienze vissute)
IDP … quindi questi popoli che non hanno niente … vivono meglio … sono più felici …
… diciamo che non sta a noi giudicare la loro reale condizione … essi devono vivere la loro vita e non sta a noi giudicare cosa sia meglio per loro ed interferire portando quello che crediamo della nostra civiltà nella loro …
IDP … sì, sì! …
… perché ognuno ha il proprio modo di crescere … quindi può darsi che al di là di quello che vediamo, stia accadendo altro che non vediamo, che al di là di quello che riteniamo negativo, stia accadendo qualcosa di positivo. Di solito, intervenendo su quello che riteniamo negativo, arrestiamo insieme lo sviluppo della parte positiva; cioè faremo meglio a non interferire se non quando sia richiesto da tutte le parti in causa; di solito però ci viene chiesto di schierarci dall’una o dall’altra parte; questo non porta mai nulla di buono! Ogni cosa è costituita da tutto e dal contrario di tutto; in qualsiasi punto si interviene non si può che provocare danni!
IDP … dovremo vivere alla giornata! …
… solo se non viene confuso con fare quello che ci pare! … Non possiamo fuggire in alcun modo dalle responsabilità che sono implicite in ogni azione. Vivere nel presente è una cosa, vivere alla giornata è un’altra cosa! Vivere nel presente significa aver chiare tutte le relazioni tra tutte le cose e agire responsabilmente dove è richiesta la nostra presenza, senza modificare tali relazioni; vivere alla giornata significa fare quello che ci passa per la testa senza chiedersi troppe cose, senza curarsi troppo, o per niente, di cosa succederà di conseguenza a quello che facciamo.
Vivere nel presente significa non solo non avere aspettative, non solo agire senza secondi fini, ma anche non sottrarsi al proprio compito benché sia chiaro che sarà una rogna. Solo così, dopo aver agito secondo le leggi del presente, le cose riveleranno anche ciò che non ci saremo mai aspettati, si apriranno tutte le porte ancora chiuse, si riveleranno gli aspetti ancora sconosciuti e oscuri.
(fine dell’intervallo)
IDP … sul posto di lavoro c’erano spesso delle lamentele e l’umore di tutti ne risentiva … dissi che quello era il lavoro e che stava a noi affrontarlo nel giusto modo … io preferivo prenderlo per il verso giusto piuttosto che da arrabbiati … dovevamo bardarci perché avevamo a che fare con sostanze pericolose … sorridendo anziché piangendo … così cominciammo con battute e, scherzando, ritrovammo il buonumore ed il sorriso … e gli altri si meravigliavamo che ci fosse un posto di lavoro in cui si stava bene … reparti in cui tutti erano arrabbiati mentre il nostro …
… questo esempio mette in evidenza che possiamo fare la differenza iniziando da noi stessi. … Analogamente il senso della vita non si può rivelare se non siamo noi stessi a permettergli di esprimersi …
IDP … è se poi si rivela che ci facciamo schifo? … se siamo lo specchio di tutte le persone … anche quelle antipatiche o cattive …
Floriana Giambarresi, 4 dicembre 2014, 16:15
I ricercatori della Washington University di St. Louis hanno costruito quella che definiscono la fotocamera 2D più veloce al mondo, in grado di catturare immagini a una velocità record, di 100 miliardi di fotogrammi al secondo (fps). È destinata ad aiutare la ricerca scientifica in numerosi settori, tra cui l’area della biomedicina e quella dell’astronomia.
Jason Koebler December 9, 2014 // 03:21
La videocamera ultraveloce di ultima generazione.
Se vi siete mai chiesti cosa sia possibile fare con una videocamera che cattura 100 miliardi di frame al secondo, non siete gli unici (… omissis …) Quindi cosa è possibile fare con l'innovazione di Wang e colleghi? Oltre che guardare come la luce interagisce con gli oggetti è possibile osservare anche le comunicazioni ottiche, i fenomeni quantici e altri fenomeni del genere. Può essere usata anche per registrare processi corporei difficili o troppo veloci da riprendere con le videocamere esistenti.
… prosegue nel prossimo articolo.
Grafica, schema e testo
pietro cartella