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Politica Nazionale
La grande ammucchiata
Governo di larghissime intese per fare che cosa?
Articolo di Marco Pinzuti
Pubblicato in data 16/02/2021

Alla fine Renzi è riuscito nella brillante missione di far cadere il Governo di Giuseppe Conte e queste settimane ci hanno consegnato sostanzialmente un Governo del Presidente, con a capo un uomo di alto profilo come Mario Draghi, stimato in tutto il mondo e che si dovrà far carico di tutto ciò che (forse) non è stato fatto sino ad ora o quanto meno che non è stato fatto come Matteo Renzi avrebbe voluto.

Il nuovo esecutivo, che chiederà a giorni la fiducia nei due rami del Parlamento, è un esecutivo diremmo transpartitico, transideoligico, dove, a parte Fratelli d'Italia, convoglieranno tutte le forze politiche visto che tra i suoi ministri ritroveremo sia quelli di Leu che quelli della Lega.

Molti giornali e giornalisti della maggiori testate plaudono la scelta di Draghi confidando soprattutto nel fatto che mettendo quasi tutti i partiti sulla stessa barca non ci sarà più nessuno irresponsabile a tal punto di volerla rovesciare e così potremmo andare verso un periodo di acque tranquille, con buona pace di tutti.

Le questioni più urgenti che il nuovo esecutivo dovrà affrontare saranno sostanzialmente due: la pendemia, con la conseguente necessità di approvare i decreti ristori e seguire la gestione delle vaccinazioni, e il recovery fund che richiederà finalmente di stilare la road map con cui si spenderammo i soldoni che ci verrano elargiti dall'Europa.

Se sul primo punto è assi probabile che ci sia una certa continuità (in fondo la gestione della pandemia è stata affrontata discretramente sino a questo momento e per quanto riguarda l'approvigionamento dei vaccini non credo che Draghi possa essere più energico di Conte nel pretendere che ne arrivino di più), sulla sponda del recovery fund bisognerà vedere come il nuovo Premier sarà in grado di convincere anime assai diverse della maggioranza sui vari temi.

Se da un lato creare un esecutivo molto allargato sembrerebbe mettere al sicuro l'attegiamento del Parlamento poiché ora si sarà tutti amici, dall'altro c'è da domandarci come facciano destra e sinistra a convivere quando, giustamente, le differenze ideologiche sono accentuate da sempre.

Pensiamo ad esempio al'annoso problema della pressione fiscale. La sinistra è per un sistema a più aliquote irpef, sebbene magari rimodulate rispetto alle attuali, mentre la destra da diversi anni è più propensa alla flat tax, una unica aliquota: le due idee ovviamente sono in antitesi e sarà interessante capire come Draghi potrà trovare uno sbocco.

Poi ci sono le questioni legate alla giustizia, alla prescrizione, agli immigrati, tutti temi sui quali sinistra e destra appaiono divergenti per certi aspetti ragion per cui bisognerà vedere come trovare delle larghe intese.

Dunque la grande ammucchiata sta per avere inizio e non ci resta che stare a guardare cosa accadrà e ad oggi ad esempio la Lega sembra voler spingere per far saltare il Comitato Tecnico Scientifico che ha cambiato idea per l'ennesima volta sulla riapertura delle piste da sci (decisione effettivamente assurda) mentre Leu ha già levato gli scudi poiché non accetta un esecutivo troppo sbilanciato a destra (dove in effetti i ministri sono ben sei): insomma se il buongiorno si vede dal mattino, la partenza sembra essere un po' a strappi ...

 

 

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