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Cultura
La Festa (virtuale) del Piemonte al Colle dell'Assietta
Sonia Turinetti
Le parole del Presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e il commento di Sonia Turinetti
Articolo di Francesco Rossa
Pubblicato in data 19/07/2020

Anche quest’anno, il 19 luglio ricorre l’anniversario della vittoria piemontese al Colle dell’Assietta. Il 19 luglio 1747 il colle dell’Assietta fu teatro di una storica battaglia, che gettò le basi per la formazione del Piemonte moderno. L’epica resistenza dell’esercito austro-piemontese -  con a capo il generale Cacherano di Bricherasio che costrinse i francesi guidati dal cavaliere Bellisle alla ritirata dopo cinque ore di aspri combattimenti - pose le basi dell’allargamento dei confini della regione, poi sanciti dalla pace di Aquisgrana del 1748.

Sono trascorsi 52 anni da quando l’allora Presidente della Provincia di Torino, l’avvocato Gianni Oberto Tarena, uomo di cultura espressione del vecchio Piemonte, istituì la Festa del Piemonte, ricorrenza di cui andava fiero.  Quest’anno, complice il Coronavirus, pur celebrandosi il ricordo all’aperto, gli organizzatori hanno preferito sostituire il raduno di appassionati del Piemonte e della sua storia, gruppi storici e autonomisti, con un filmato che celebrerà l’evento ed il ricordo dei caduti e sarà diffuso stamane, come già annunciato negli articoli pubblicati da Civico20News il 13 ed il 15 luglio.

La commemorazione dell’importante anniversario, che coincide con la 52esima edizione della Festa del Piemonte, organizzata dall’Associassion Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assieta, si è svolta invece, in forma privata, sabato 11 luglio, con la celebrazione della santa messa e con l’alzabandiera. All’evento era presente il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, che ha rilasciato una significativa dichiarazione.

Noi autri i bogioma nen disse il Conte di San Sebastiano quasi 300 anni fa su questo pianoro, “non ci muoviamo”. In questa frase credo che ci sia tutto lo spirito del nostro essere Piemontesi”, ha dichiarato Allasia. “Quest’anno la Festa del Piemonte avrebbe dovuto avere una particolare importanza per via del fatto che la Regione Piemonte festeggia il 50° anniversario della sua istituzione e il 15° anniversario della promulgazione dello Statuto regionale. Purtroppo, a causa delle misure restrittive legate alla situazione sanitaria, ci troviamo a celebrare la ricorrenza in forma ridotta, senza la tradizionale rievocazione della battaglia. Ma vogliamo riaffermare lo spirito dei Bôgia nen di allora: oggi come ieri abbiamo il dovere noi tutti di difendere la nostra terra, questo Piemonte ricco di storia, tradizioni, con grande capacità innovative, imprenditoriali, perché noi siamo un popolo tenace e laborioso”.

"Oggi su questo colle sventola la bandiera del Piemonte, simbolo ufficiale della nostra regione che vogliamo valorizzare come Consiglio regionale per il suo significato identitario", ha aggiunto il presidente Allasia. "Per questo motivo rivolgo un invito affinché tutti i piemontesi espongano il "drapò" il 19 luglio, giorno esatto in cui ricorre la festa del Piemonte: è l'emblema del nostro territorio e dobbiamo andarne orgogliosi".

Sono trascorsi molti anni da quando un presidente del Consiglio regionale non presenziava alla commemorazione ufficiale ed è un dato positivo, come pure il messaggio diffuso che esalta l’orgoglio all’appartenenza alla nostra nobile terra e ridà lustro al drapò, da tanti bistrattato negli anni scorsi ed ignobilmente sostituito da vessilli antistorici e privi di significato.

La bandiera del Piemonte, cioè lo storico drapeau, illuminerà per un’intera settimana, da domenica 19 a domenica 26 luglio, la Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte. Un’iniziativa che nasce nell’ambito dei festeggiamenti organizzati per il 50° della Regione Piemonte e che vuole essere occasione per ritrovare un sentire comune attorno ad un simbolo di identità e coesione, il Drapò.

Nelle rievocazioni degli anni scorsi, pur tra il vociare scomposto di coloro che antepongono il folclore alla storia, si ergeva la voce dell’Autonomia, le cui rivendicazioni o punti fermi, sovente non sono in linea con la politica ufficiale.

Ne parliamo con Sonia Turinetti, da molti anni paladina dell’Autonomia del Piemonte.

-Signora Turinetti, qual’è il suo commento sulla Commemorazione dell’Assietta   che coincide con il 50 esimo anniversario dell’Istituzione del Consiglio regionale del Piemonte?

La commemorazione dell’ Assietta in questi ultimi anni ha perso totalmente il suo significato di quanto successe in quel lontano 19 luglio 1747, poiché è diventata una sfilata di politicanti condita con una manciata di folclore. Per noi che ci sentiamo i pronipoti dei bogia nen, non è accettabile sentire suonare quell’Inno di Mameli a noi estraneo e ancor più inaccettabile  veder issato il nostro Drapò sul pennone più basso e il tricolore  al posto d’onore.  Tante belle parole sul Piemonte ed il suo futuro per poi dimenticarsene la sera stessa. A questa Festa sarebbe più rispettoso un religioso silenzio. Per ciò che concerne i 50 anni della Regione Piemonte , personalmente  non trovo che ci sia nulla da festeggiare e in questa giornata la nostra bandiera, il Drapò, la metterei a mezz’asta in segno di lutto. Si, proprio in segno di lutto poiché il Piemonte si trova sull’orlo del baratro”

Il tema dell’autonomia, in coincidenza con la fase critica del Coronavirus ha caricato il contrasto tra regioni e stato centrale, su una materia di vitale importanza quale la salute dei cittadini.

-Come vede il futuro dell’Ente regione in cui le decisioni su particolari materie siano prese in assoluta autonomia?

Autonomia, questa bellissima parola che dice tutto e allo stesso tempo niente! Ci troviamo davanti ad una grave crisi economica che ci tocca tutti chi più o chi meno, al momento le Regioni stesse sono diventate un grande carrozzone  totalmente inutile e costoso da mantenere. A mio avviso, mi dispiace davvero doverlo ammettere, ci troviamo davanti ad un bivio: la Regione Piemonte o diventa autonoma a tutti gli effetti, con competenze e con la possibilità di trattenere gran parte del gettito fiscale da investire  sul proprio territorio, o si abroghino le Regioni.”

- Il Piemonte oggi, anche in seguito a scelte sbagliate vecchie e nuove è terribilmente in ginocchio. Qui è nato tutto, ma cresciamo meno della media nazionale. Ha qualche indicazione per i nostri amministratori regionali?

“Il Piemonte cresce meno delle altre Regioni per il fatto che chi occupa determinati incarichi non ha competenze in merito e si inventa di giorno in giorno”.

 -Una buona parte del territorio regionale si snoda su colline e rilievi montani. Come si vive in montagna? Servirebbero altre iniziative e politiche, quali il confronto permanente tra comuni e Regione?

“Come si vive in montagna? La montagna è uno straordinario luogo in cui vivere e far crescere i figli e la qualità della vita rispetto alla città è superiore. Le criticità purtroppo sono i servizi pubblici, dalla sanità ai trasporti, la viabilità ecc…. Per chi ha un’attività sul territorio sono dolori, le difficoltà che si incontrano sono notevoli: burocrazia, tasse ecc… infatti spesso si hanno progetti ma i tempi per poterli realizzare sono lunghissimi

Il 31 gennaio 1994 fu approvata la legge Carlotto, una legge che avrebbe portato alla montagna una boccata d’ossigeno, una legge che prevedeva una fiscalità di vantaggio per le attività del territorio.

Sono passati ben 26 anni e manca  ancora il decreto attuativo. Oggi come oggi questa legge riandrebbe rivista   poiché il contesto socioeconomico montano è ulteriormente peggiorato.

Che dire in merito? Questa per la Regione Piemonte, che ha nella montagna la maggior parte del suo territorio, avrebbe dovuto essere una delle sue battaglie, ed invece nulla il silenzio totale”.

. Un’ultima proposta?

E, non per ultimo, il Drapò va esposto 365 giorni all’anno e non solo il occasione della festa del Piemonte

Grazie!

 

#piemonte
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