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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Carta igienica al momento giusto.
Esempio analogico di come potersi liberare dalla psicosi da lockdown e pandemia in poche semplici mosse.
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 23/06/2020

Qualche giorno fa, riaperta la gabbia del lockdown in cui ci siamo rinchiusi da noi stessi, complici consenzienti di chi ce lo ha imposto, per sfuggire in modo scientifico alla pandemia, durante un’escursione su un sentiero di montagna con alcuni amici, a distanza di sicurezza ma non di voce, sostammo alcuni minuti per ascoltare una lettura su come i pensieri agiscono dentro di noi.

 

Seguirono alcune riflessioni dei presenti e, nell’incamminarci sulla via del ritorno, mi venne in mente di raccontare quanto mi aveva riferito un mio conoscente una trentina di anni fa al riguardo.

 

Egli si era trovato in una stressante condizione di pensieri ricorrenti dai quali veniva dominato senza riuscire a trovare una soluzione per liberarsene. Dopo molti mesi di peregrinazioni in strutture ospedaliere e di medicina, pubbliche e private, dalle quali aveva rimediato suggerimenti assai costruttivi come “cambi moglie” o “cambi vita”, per sua fortuna gli pervenne una soluzione inaspettata da uno di quegli operatori considerati l’ultima ruota del carro sgangherato della istituzione che si occupa della salute pubblica.

 

Ma, … meglio farci raccontare la sintesi del fatto dalle sue stesse parole:

 

“Sette mesi di sofferenza notturna.

Stanco, alla sera piombavo nel letto e in tre secondi ero già nel sonno profondo.

Dopo un’ora al massimo però ......eccomi sveglio!

 

In un batter d’occhio mille pensieri si presentavano alla mente in un girotondo vorticoso:

- domani devo pagare la bolletta della luce;

- alle tre c’è la riunione con il cliente;

- devo stendere il piano di finanziamento per il prossimo lavoro;

- fra tre giorni è il compleanno di mia moglie;

- prima di sera devo passare a prendere la spesa dalla suocera;

- cosa farò quando questo lavoro sarà finito;

- l’auto perde olio; occorre provvedere;

 

L’elenco continuava, e appena l’ultimo pensiero stava per esaurirsi, il girotondo ricominciava più veloce:

- domani devo pagare la bolletta della luce;

- alle tre c’è ............etc etc.

 

La fronte ed il collo si ricoprivano di sudore acido e la danza accelerava il ritmo.

 

Il giorno dopo, essendo cresciuta la tensione a causa del mancato riposo, ero addirittura più efficiente del giorno prima.

 

Dopo alcuni mesi, spezzatasi la tensione, stava per subentrare la depressione, cosicché il medico mi prescrisse degli ansiolitici.

 

Alla ricerca di una soluzione più idonea di una dipendenza da pastiglia, mi imbattei in un medico neurologo della mutua, il quale, dopo aver ascoltato per un’ora il resoconto della situazione, mi disse:

 

“Tutto qui?

 

 Allora la cura è semplice!

 

Non smetta di assumere gli ansiolitici, se non quando se la sentirà, ma nel frattempo usi l’accortezza di tenere presso di sé un foglio di carta e una matita; ogni volta che le verrà in mente un pensiero lo annoti, così non dovrà più ricordarselo, le basterà leggere la lista”.

 

Così feci.

 

Ne venne fuori una lista di alcune centinaia di pensieri (200 per l’esattezza), da quelli esistenziali a quelli leggeri come piume, da quelli piacevoli a quelli insopportabili come i problemi da risolvere; ogni nuovo pensiero era prontamente appuntato.

 

Misi la lista ripiegata nel portafogli.

 

Sette giorni dopo smisi di assumere ansiolitici avendo ormai ripreso a dormire regolarmente.

 

Dopo due anni, e avendo risolto solo in minima parte (4 su 200) quanto segnato sulla lista, la buttai via e basta!

 

Quella lista scritta su carta era servita a

pulire il cervello

dai pensieri inutili!”

 

Questo il resoconto dell’esperienza vissuta, parole della cui veridicità sono certo!

 

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Ma, come si sa, certe cose, specialmente se vere, non si possono svelare senza pagarne il prezzo.

 

Avevo appena terminato di parlare di questo argomento ed iniziato un altro discorso, quando, sottolineato dalle prime gocce di un temporale annunciato da tuoni fulmini e saette, si presentò il conto da pagare che, scivolando su una roccia umida e cadendo in ginocchio nella melma, faccia compresa, saldai prontamente con riconoscenza!

 

O almeno credevo di averlo fatto; infatti scoprii che si trattava solo di un acconto …

 

… per il saldo dovrete aspettare un prossimo articolo (che non so bene se scriverò per evitare di procastinare ulteriormente la chiusura della pratica).

 

Morale della storia:

la realtà supera sempre la fantasia,

non c’è problema che non abbia soluzione, e,

comunque sia, sempre meglio stare zitti!

 

O, come dice la saggezza popolare,:

la realtà è sorprendente,

non esistono problemi ma solo accadimenti, e,

il bel tacer non fu mai scritto!

 

E comunque nessuno saprà mai cosa sia del tutto reale!

 

 

grafica e testo

pietro cartella

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