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L’uomo, i misteri e l’ignoto
Crisi dell’acqua: anno 20YY.
Evento scatenante: non prevedibile.
Articolo di Pietro Cartella
Pubblicato in data 14/06/2020

INTRODUZIONE

 

Dall’articolo del 14 aprile 2020, Scenari di crisi possibili in questo secolo (che vi invito a rileggere integralmente per farvi un’idea generale dell’argomento qui più dettagliatamente trattato) riprendiamo alcuni passaggi:

 

I processi di autoapprendimento della coscienza vengono costantemente riproposti attraverso le lezioni contenute negli eventi che ci coinvolgono, stimolandoci ad imparare o riscoprire quale sia il vero senso della vita.

 

Inoltre basterebbe ricordare cosa è avvenuto nel secolo appena passato per rendersi conto che eventi importanti si succedono a ritmo sempre più serrato per “aiutare” la coscienza dell’umanità a pervenire allo stato di maturità necessaria al perseguimento dello scopo della sua esistenza.

 

Da tutte quelle esperienza ne è uscita una umanità cambiata, almeno in una piccola parte dei suoi componenti. Ma, evidentemente, questo non è ancora sufficiente per un vero radicale cambio di paradigma nei pensieri, desideri e comportamenti della massa e dei suoi leaders.

 

E per questo semplice motivo “la gentile forma di sollecitazione a darsi una mossa” continua ad esprimersi per perseguire l’evidente necessità del cambiamento essenziale delle coscienze.

 

Infatti, sebbene da tali sconvolgimenti siano scaturiti fatti positivi, come gli sviluppi nei campi industriali, tecnologici, delle comunicazioni, delle relazioni sociali, del benessere sempre più diffuso, della libertà personale, della circolazione delle persone e delle cose, e dell’aumento iperbolico della popolazione mondiale, non lo stesso si può dire sia avvenuto per le coscienze umane.

 

Dopo un primo momento di solidarietà ed altruismo in seguito ai fatti drammatici appena citati, comportamenti egoistici in tutte le loro sfaccettature sono riemersi e si sono imposti negli individui e nelle società.

 

E, proprio per la certezza che tali aspetti non scompariranno mai del tutto, arrivando a celarsi anche dietro il più altruistico dei comportamenti, siamo altrettanto certi che non mancheranno mai le occasioni per essere nuovamente costretti a riflettere su cosa sia veramente necessario e quale comportamento sia degno di un vero essere umano.

 

Dall’elenco degli accadimenti passati, presenti, e prevedibili, che il fluire delle cose ha messo in agenda per questo secolo (ma sul lasso temporale si può non essere fiscali) ecco il quinto degli appuntamenti con le “gentili forme di sollecitazione a darsi una mossa”, con eventi di “magnitudo crescente” in grado di dare una serie di fondamentali scossoni alle coscienze affinché possano ricominciare a lavorare e compiere un salto di livello:

 

5 – 20YY – evento scatenante non prevedibile – crisi della disponibilità di acqua per siccità, calore o altri eventi naturali o incidentali, paura di non aver di che vivere, paura di morire di sete.

 

Siamo ormai talmente abituati ad aprire un rubinetto e avere acqua a disposizione in abbondanza che neppure ci sfiora l’idea che possa venire a mancare. Per questo ne sprechiamo in grande quantità senza renderci conto che per circa 802 milioni di persone (più del 10% della popolazione mondiale) l’acqua potabile non è disponibile neanche facendo tutti gli sforzi possibili, tanto che ogni anno tale condizione è causa di morte per 750.000 di loro.

 

Peraltro molta dell’acqua che dovrebbe giungere ai nostri rubinetti si disperde prima di arrivarci a causa del cattivo stato degli impianti di distribuzione.

 

Ciò non è solo dovuto alla cattiva gestione umana di tale risorsa, ma anche al contributo di non facilmente prevedibili cambiamenti degli eventi climatici ed a fattori ambientali, che si presentano in modo diverso da come gli algoritmi delle previsioni restituiscono dopo aver elaborato dati su dati.

 

Anche in questo caso si tratta di intervenire su una migliore ed equilibrata ridistribuzione delle risorse disponibili (scarse o abbondanti che si rivelino in relazione alle difficoltà di approvvigionamento rispetto alle condizioni ambientali).

 

La sfida si pone nuovamente verso la possibilità di cambiare alcuni meccanismi della coscienza in grado di allentare quella sfumatura dell’egoismo che stabilisce prioritariamente la soddisfazione delle nostre esigenze rispetto a quelle altrui.

 

Acqua, fonte di vita.

Fondamentale riferimento per ogni insediamento di organismi viventi. Costituente del 70% di un essere umano adulto, in cui una sua minima variazione verso il basso determina rapidamente un decadimento funzionale fino ad un epilogo drammatico.

 

Un fabbisogno giornaliero variabile tra 1,5 e 2,5 litri oltre a quanto contenuto negli alimenti stessi (per un totale di circa 5 litri per 24 ore) solo per garantire una corretta funzionalità del sistema. Oltre a ciò si aggiunge quanto serve per l’igiene personale. Un consumo giornaliero medio pro capite di circa 40 litri è considerato la soglia minima a garanzia di una qualità della vita accettabile e il 40% della popolazione mondiale vive sotto questo limite.

 

Anche sul fronte consumo totale di acqua pro capite le disparità sono tuttora molto evidenti; se uno statunitense consuma in media circa 1700 metri cubi all’anno (compresi gli usi agricoli ed industriali), un africano si ferma a 250 metri cubi, 1/7 di un americano. La disponibilità giornaliera negli Stati Uniti è di 425 litri contro i 10 del Madagascar.

 

Tutto il cibo di cui disponiamo, verdura, frutta, cereali, cibi di origine animale, richiede una enorme quantità di acqua per germogliare, crescere, maturare, e giungere fino alla nostra tavola per essere consumato. A questo si aggiunge anche il consumo di altre risorse; insieme costituiscono quella che si chiama “impronta ecologica” lasciata sul pianeta.

 

Essendo l’acqua una risorsa strategica per la vita, essa si trova al centro di un conflitto di interessi tra il pubblico e il privato.

 

Questi sono solo alcuni dei dati che troverete in quantità nel web e quindi non ne elencherò altri.

 

La prossima crisi si innesterà quindi in uno scenario già molto sbilanciato, troppo favorevole per qualcuno e sfavorevole per altri, e di gran lunga compromesso dall’inquinamento ambientale sommato allo spreco per cause varie. E sebbene la superficie terrestre sia occupata per la maggior parte di acqua, neppure la possibilità di dissalarla potrà compensare le necessità senza un opportuno adeguamento della capacità metabolica del sistema umano ad un suo uso prolungato o esclusivo.

 

Infatti anche in questo caso, come per il cibo trattato nell’articolo precedente, non si tratta semplicemente di provvedere ad un fabbisogno fisiologico, ma di trovare un nuovo equilibrio tra le necessità e le disponibilità di tale risorsa al variare delle condizioni al contorno.

 

L’ambiente e il contesto possono essere completamente stravolti sia nel caso di siccità prolungata che nel caso di riversamento al suolo di quantità enormi di acqua concentrate in poco tempo su luoghi che non sono in grado di drenarne a sufficienza, provocando alluvioni devastanti.

 

Per finire occorre ricordare che è in atto un fenomeno di innalzamento del livello dei mari quale conseguenza di un generale riscaldamento ambientale che provoca lo scioglimento dei ghiacciai polari. Tale innalzamento potrebbe portare alla sommersione di un certo numero di insediamenti umani costieri, che, come minimo, costringerebbe un certo numero di abitanti della terra a spostarsi in altri luoghi in tempi relativamente brevi.

 

Variazioni delle abitudini di gran parte dell’umanità imposte con modalità particolarmente veloci e incisive da non lasciare tempo sufficiente ad una adeguata risposta evolutiva del sistema umano.

 

Variazioni in grado di fare una selezione numericamente importante senza troppe distinzioni di valore percepito, ma solo in funzione di una reale necessità di mantenimento e sviluppo della vita del tutto naturale, anche se non ci fa piacere esservi sottoposti.

 

L’hardware umano che non è più adeguato alle necessità della vita deve essere sostituito.

 

La storia insegna.

 

L’homo sapiens sapiens ha sostituito quello di Neanderthal (la cui scomparsa in tempi rapidi è ancora oggetto di studio) e sarà sostituito a sua volta da un nuovo modello umano.

 

Come avverrà la sostituzione non è dato di sapere, tuttavia è certo che un tale processo di cambiamento poggerà non solo su aspetti fisico-chimici, ma anche energetici e sottili, non solo su elementi più o meno riscontrabili ma anche su aspetti che sfuggiranno per un certo tempo alla capacità di indagine dell’essere umano. Solo così infatti possono essere evitate le interazioni che egli porrebbe in essere nel tentativo di evitare tali cambiamenti e mantenere lo status quo.

 

Ma se ciò dovesse avvenire, entreranno in atto le successive crisi che insisteranno fino a cambiamento avvenuto.

 

schema e testo

pietro cartella

 

In sintesi.

 

La storia insegna che nessun cambiamento avviene in modo lineare e senza scossoni. Il grafico introduttivo è la rappresentazione di ciò che l’umanità ha già sperimentato, proiettato nel futuro prossimo, e si basa sulla probabile validità delle stesse leggi che hanno funzionato finora. Seppure con diverse sfumature e contenuti, le finalità delle crisi rimangono le stesse: far maturare la coscienza di tutto ciò che esiste ad un diverso livello.

Nessuna crisi è totalmente specifica; quella successiva contiene sempre anche un po’ di ciò che era specifico della precedente. Quella terminale le compendia tutte, evidenziando gli elementi specifici delle precedenti in modo più potente, intenso e pervasivo, aggiungendo quelli caratteristici della sua ragion d’essere.

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