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2020 L'inverno che non c'è & l'anno torrido che si prospetta
20° in Antartide, 20° a febbraio. L’acqua del mare non si raffredderà, neppure l’aria e la terra. Souvenir di vecchi studi
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 17/02/2020

Da oltre due mesi non piove qui al Nord, temperature mai rilevate hanno messo la popolazione a disagio, non vi è più neve sotto i 2000 m, le piccole stazioni sciistiche chiudono, la Coldiretti già lancia un allarme siccità. Le previsioni del tempo annunciano sole; anche quest’inverno non pioverà. Perché?

Sono anni ormai che Il riscaldamento globale è entrato in una perversa progressione molto difficile da interrompere, quasi impossibile da riconvertire, eppure, una gran parte del fenomeno è certamente di nostra mano.

Nonostante la materia sia divenuta cultura d’attualità, è incomprensibile quanto le risposte al gigantesco problema, si limitano a pillole di illusioni nella loro pochezza. Il riscaldamento globale è un mostro che avanza senza  ostacoli. Non sarà il tessuto ecologico né l’auto elettrica che lo fermerà.

Il fenomeno era previsto dagli anni 70

Studio il fenomeno dal79, dai tempi dell’università. Ho imparato a seguirne l’insorgere, a come si poteva reagire. Già i grafici che descrivevano l’impatto dell’interazione antropica, prevedevano repentini cambiamenti climatici, se non vi fosse stata una variazione del nostro sistema energetico-produttivo e dello stile di vita. Come così non è stato.

Per le energie alternative era tempo allora. Si sarebbero potuto regolare i vettori del progresso e del consumo, ottimizzando il futuro. Non è cosa da uomini; vogliamo sempre tutto subito. Colpa delle nostre endemiche avidità; con progetti più attenti all’impronta della nostra evoluzione la Terra sarebbe ancora un giardino. Nulla si è fatto.

Il riscaldamento globale non era ancora evidente fino a una trentina d’anni fa, e la logica del profitto ha sempre timonato le scelte dello sviluppo, senza venire a patti con gli equilibri del pianeta. A malincuore, negli anni ho assistito alla crescita del mostro che sbranava i nebbiosi, umidi ritmi della natura, restituendo scioglimento dei ghiacci e desertificazione.

È anche una questione di fisica

I princìpi secondo i quali sono variate temperature e stagioni, sono più semplici di quanto si possa immaginare; dipendono da proprietà fisiche legate alle capacità di trattenere il calore (inerzia termica) che hanno certe materie, e le dinamiche di scambio termico tra queste sostanze. Due tra tutte: l’acqua e i materiali lapidei. (Rocce, ghiaie, sabbie etc.)

Gli ingredienti sono ovunque: di acqua e pietra è coperto il Mondo, e la loro temperatura interagisce con quella dell’aria. Più l’acqua e la terra saranno calde, più l’aria si riscalderà per convenzione termica, aggiungendo gradazione a quella naturale dell’irraggiamento solare.

Qui occorre citare l'apporto di produzione umana: metano, CO2 e nanoparticelle che vanno a modificare l'effetto serra naturale, rallentando lo smaltimento dell’infrarosso (quindi del calore), verso l’infinito nelle ore notturne. Dunque, di giorno la Terra si scalda sempre più e di notte non si raffredda a sufficienza.

Trattazione semplice di un fenomeno complesso, ma si spera esauriente per arrivare consapevoli a noi e a questo nuovo millennio, quando le annate più calde di sempre si sono susseguite con progressiva frequenza.

La geografia del bacino Mediterraneo

Stabilito che i mari sono diventati più caldi, il Mediterraneo è un grosso lago che non si ricambia con rapidità, perciò si è riscaldato molto (fino al 30°). Se il bacino seguiterà il suo trend termico, anche la temperatura dell’aria continentale salirà in matematica sequenza. L’Italia è in mezzo alle acque, là dove la bolla africana trova il suo naturale sfogo.

La conformazione delle Alpi contribuisce a “contenere” la ventilazione, per cui, la Pianura Padana diventa un luogo di giacenza per l’aria stagnante, smog e foschia che favoriscono il fenomeno dell'inversione termica, cioè un aumento di temperatura in quota, più che in pianura. 

Come il mare, le terre emerse. Maggiore risulterà la temperatura al suolo, maggiore sarà la sua azione di convenzione termica con l’aria, e ugualmente vi sarà una interazione con gli strati freddi più profondi, intiepiditi stavolta per conduzione termica.

È un circolo di inerzia e scambio termico che, per poter retrocedere, richiede una inversione della continua sinergia tra terra, acqua e sole, in qualche punto del suo auto alimentarsi. Un processo di tendenza al raffreddamento quasi impossibile da innescare in modo artificiale.

I fenomeni estremi quali grandinate, tempeste tropicali e trombe d’aria sono in aumento alle nostre latitudini perché con più calore, aumenta l’evaporazione dal mare. Soprattutto in primavera poi, l’aumentato differenziale tra calore al suolo e quello degli strati alti dell’atmosfera genera mega cumulonembi che risucchiano l’aria calda e leggera in quota, dove si congela precipitando ghiacciata e pesante, sotto forma di “bombe d’acqua” e dando origine a forti venti devastanti (downburst). Uragani e cicloni sono in aumento in ogni parte del mondo.

Sono cose che sanno ormai quasi tutti, ma dunque perché i capi di Stato e gli ambasciatori Onu, si incontrano farneticando protocolli 2030 e 2050 senza programmi consapevoli? Frotte di scienziati seri e una ragazzina svedese hanno messo in guardia, ma noi, assuefatti da una macchina mediatica che ha trasformato il caldo anomalo in: previsioni del tempo & argomento di ciance per la quotidianità, non affrontiamo con profonda consapevolezza  l’enormità del problema.

https://www.disinformazione.it/strategie_manipolazione_media.htm

È possibile arginare l’aumento del clima?

L’argomento è complesso e la comunità scientifica è divisa sulla percentuale di responsabilità della attività antropica (certamente causa di una pesante interazione con il clima), rispetto a fenomeni naturali, per lo più legati all’attività solare, a una possibile variazione di inclinazione dell'asse terrestre, a raggi cosmici. Quindi, per quanto sia imperativo diminuire l’emissione dei gas serra, non dobbiamo illuderci di arrivare mai a poter pensare di padroneggiare artificialmente il clima.

Per quanto riguarda altri interventi umani capaci di interagire con le variazioni climatiche, servono lunghi interventi di immane portata. Oltre a limitare ogni emissione inquinante si dovrebbe operare un enorme dietro-front nella cementificazione sulla pelle del mondo. Dunque, servirebbe una smisurata azione mondiale di rimboschimento con alberi a foglia larga e rapida crescita con poca acqua, quali l’acacia o la paulownia.

Gli alberi ombreggiano il suolo, rinfrescano l’aria, creano un ambiente umido, assorbono CO2 e sono gli organismi viventi che producono ossigeno, e il legno è una materia prima ben più ecologica della plastica. Serve riconvertire la filiera produttiva basata sui combustibili fossili; che “Green economy” sia, e che noi ci si accontenti di far meno danno.

Tutto questo non succederà. Quest’anno 2020 già si dice che sarà il più caldo di sempre. La legge del profitto e dello sviluppo senza freno non farà marcia indietro; i quattro banchieri del mondo hanno altro a cui pensare.

Questo non è un articolo, forse è solo lo sfogo di un uomo rattristato che più di quarant’anni fa leggeva: “Medioevo prossimo venturo”, e a sua volta pubblicava saggi sul clima. Oggi è un argomento che fa moda e sapienza, manco più paura; lo si accetta rassegnati. Intanto bruciano le grandi foreste del mondo, muore la barriera corallina, si staccano gli iceberg dall’Antartide, e i 7,5 miliardi di esseri umani, affronteranno il duro futuro che verrà.

Qualcuno dice che l’uomo non c’entra, non con l’immensità della sua interazione con il mondo naturale. Qualcuno dice che già ha fatto caldo 100.000 anni fa, che il riscaldamento è cosa normale, che è colpa del Sole, che si sopravvivrà. E se invece, che noi si sporcasse tutto fosse già stato scritto sul misterioso progetto d’un Grande Architetto, quindi inserito tra gli intrecci complessi del nostro umano DNA?

Immagini meteo.it, Eise, Pixabay

 

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