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L'Africa coloniale di Hugo Pratt
Da "Le etiopiche" a "Gli scorpioni del deserto" l'Africa coloniale italiana vissuta in prima persona dal disegnatore veneziano
Articolo di Alberto Alpozzi
Pubblicato in data 24/07/2019

Hugo Pratt, veneziano, all’età di dieci anni, nel 1937, insieme alla madre Evelina Genero raggiunse in Africa il padre Rolando (di origini inglesi), funzionario coloniale. All’età di 14 anni si arruolò nella PAI “Polizia Africa Italiana”, in Africa Orientale.

Nel 1941 alla caduta dell’Africa Orientale Italiana la famiglia Pratt fu internata in un campo di concentramento a Dire Daua dove il padre morì nel 1942. Nel 1943 venne rimpatriato.

Furono anni cruciali per la sua formazione: l’Africa gli entrò dentro, il suo fascino gli rimarrà profondamente per tutta la vita.

Infatti la sua prima storia a fumetti “Anna nella jungla”, ispirata alla vecchia serie a fumetti “Cino e Franco” la ambientò proprio in Africa.

Il suo personaggio più noto, Corto Maltese, lo mandò in Africa nel corso di quattro episodi, editorialmente poi riuniti in un unico volume intitolato “Le etiopiche”. Episodi dai quali emergono figure di straordinario spessore umano.

Sempre all’Africa degli anni Venti, Pratt ha poi dedicato il racconto “L’uomo della Somalia”, una tenebrosa storia fra follia militaresca e magia sciamanica.

Con un’altra serie, “Cato Zulù” Pratt si cala invece nell’Africa di fine Ottocento.

L’apoteosi del Continente nero sarà “Gli Scorpioni del Deserto”. In questa serie emergono molti riferimenti autobiografici. Narra vicende militari che si svolgono nel deserto nordafricano durante i primi anni Quaranta e vede in campo militari italiani e inglesi.

Dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana, militando nel Battaglione Lupo della  Xª  Flottiglia Mas di Junio Valerio Borghese.

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