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Politica Internazionale
Ecco il perché la Russia non bombarda l’ISIS
In questi mesi molti si sono chiesti, aldilà della propaganda proposta dai media, il perché la Russia non sta bombardando l’ISIS ma altre zone occupate dai ribelli Siriani. E’ bastato seguire il flusso del business per capirlo.
Articolo di Mauro Voerzio
Pubblicato in data 17/12/2015


I bombardamenti sono iniziati a settembre e da subito è apparso strano, agli occhi attenti, che la Russia non si stava concentrando militarmente sull’ISIS bensì nelle zone occupate dal Libero Esercito Siriano (FSA). In quasi quattro mesi di bombardamenti sono pochi gli obiettivi del califfato colpito mentre si è perso il conto dei civili morti durante i bombardamenti delle zone occupate dall’opposizione di Assad. Proprio pochi giorni fa il bombardamento a Douma di una scuola ha fatto decine di morti tra i bambini. Tale azione, come tante altre, è stata nascosta dalla nostra informazione così come il quotidiano uso di bombe a grappolo sulle città, bombe che l’Italia produce e vende, ma che vengono demonizzate da più parti politiche quando vengono utilizzate da nazioni “meno” amiche della Russia.

Qualcuno poteva pensare che i legami di amicizia tra Putin e Assad erano la causa dell’accanimento contro l’FSA, ma conoscendo lo zar di Mosca questa appare una giustificazione banale in quanto Putin è un uomo quasi privo di sentimenti e da buon ex colonnello del KGB bada sempre la sodo senza alcuna smancieria.

Seguendo invece il flusso dei soldi e degli interessi economici si scoprono delle cose assai interessanti, cose che fino a venti anni fa forse non sarebbero mai emerse ma oggi grazie ad internet risultano difficili da nascondere nonostante goffi tentativi di “ripulire” la scena del crimine. Oggi infatti è possibile recuperare informazioni tramite la cache di internet e comunque se si decide di ripulire dal web alcune informazioni è probabile che le stesse siano state condivise al tempo da terzi, terzi che se a loro volta non provvedono alla cancellazione tali informazioni risulteranno disponibili.

Il nostro cavallo di Troia è la sede della società Stroytransgaz, che appartiene ad un uomo d'affari russo Gennady Timchenko uno degli uomini più vicini al Presidente Putin.

Partendo proprio dal sito della Stroytransgaz (http://www.stroytransgaz.ru/projects/geography/) vediamo che la stessa ha alcuni importanti impianti in Siria

 

Attualmente vi è solo un progetto attivo in Siria ma chi ha buona memoria si ricorda che tale società aveva altri grossi interessi in quel paese

Ad esempio qui si parlava di due grossi progetti http://neftegaz.ru/news/view/101965 ed un’altro veniva riportato nel 2014 qui http://www.vedomosti.ru/realty/articles/2014/07/01/strojtransgaz-gennadiya-timchenko-postroit

Queste informazioni sono sparite dal sito ufficialema recentemente durante la crisi Russia – Turchia è stato lo stesso Erdogan a tirare in ballo un’altra società, la HESCO. Proviamo andare a visitare il sito della HESCO (http://www.hescoco.com/) ma ci accorgiamo che è “under costruction” nonostante era stato rinnovato da poco.

Proprio perché è stato chiuso da poco è possibile recuperare i dati dalla cache di Google e così vediamo che :

 

Pochi sanno che anche quando Google cache non è in grado di risalire a tutti i dati se il sito era sviluppato con un moderno CMS, questo conserva una copia delle pagine nella cache del proprio lì sul server. Ad esempio, sul server di hescoco.com sono ancora disponibili file "temporanei" per la stampa. Potete vederli qui (sino a che il webmaster non si accorgerà della cosa e provvederà a resettare tutto il sistema)

http://www.hescoco.com/projectpr.php?id=23

http://www.hescoco.com/projectpr.php?id=19

http://www.hescoco.com/projectpr.php?id=20

http://www.hescoco.com/pagegpr.php?id=17

 

Per prevenire questa operazione sono stati salvati gli screenshot di queste pagine che riportano :

 

 

 

Si apre un quadro interessante. La società siriana HESCO si occupa da oltre 15 anni di petrolio e di infrastrutture per il gas in Siria, Algeria, Sudan, Emirati Arabi Uniti, e in tutto il mondo il contraente è Stroytransgaz.

L'unica eccezione, è solo in Siria, dove HESCO, tranne Stroytransgaz ha un altro "cliente" Russo, la  Tyazhpromexport. Con Tyazhpromexport HESCO fatto due progetti in Siria. Andiamo al sito di Tyazhpromexport per vedere quali altri progetti sono attivi in Siria http://tyazh.ru/main/history/ ... Oops! Sorpresa !!! Le informazioni relative alla Siria sono state cancellate…. Vi è un elenco di 21 paesi dove i russi operano ma non la Siria, eppure sappiamo che stanno operando, avranno qualcosa da nascondere ??

Probabilmente ci sono molte più collaborazioni di quelle rintracciate ma partiamo da queste e vediamo cosa troviamo.

Il primo è un impianto di trattamento del gas a Homs ed è tuttora funzionante. E’ attivo dal 2009. Poi abbiamo una Stazione di distribuzione di gas in Palmyra, completata nel 2004, attualmente funzionante.

Poi c’è il "Progetto Nord": una seconda raffineria di gas, progettata per la produzione e trasformazione di gas proveniente da cinque giacimenti a sud-est di Raqqa (progetto avviato alla prima fase). Informazioni dettagliate su questo progetto si possono trovare qui http://www.remneftegaz.ru/news/5454. Infine troviamo anche Il gasdotto tra Aleppo - Homs - Idlib. Progetto completato.

Di questi quattro progetti Il primo di essi è sotto il controllo di Assad a Homs. Altri due - sono ora nel territorio, che è controllata dall’ISIS,  e nell'ultimo il gas passa attraverso il territorio controllato dall'opposizione siriana moderata, con però il punto finale controllato da Assad, lo stesso per l’impianto in Homs.

 

Qual è la loro sotuazone attuale ? E qui la prima scoperta. Si scopre infatti che gli impianti che si trovano sul territorio dell’ISIS non hanno problemi. Il "Progetto Nord" continua a crescere, e la sua prima fase, impianto di trattamento del gas, continua a funzionare. Inoltre, sia la gestione che lo sviluppo è ancora gestita dalla società HESCO (leggi - Stroytransgaz). Naturalmente, per poter continuare a funzionare, è necessario "negoziare" con ISIS.  Per questo sono state imposte della sanzioni alla HESCO ma il suo amministratore delegato, George Hashravi, ha asserito che la sua società al massimo è una “vittima” di ISIS e non un complice.

Qui potete vedere la nota inviata via fax dal CEO di HESCO http://www.counterextremism.com/sites/default/files/letter_hesco_03232015.pdf

In questo documento di eccezionale importanza si evince che il gas lavorato dalla HESCO continua ad essere utilizzato dal Govero di ASSAD meno la quota che ovviamente deve essere devoluta all’ISIS.

Come aveva progettato Assad il gas viene inviato ad Aleppo e da lì attraverso il gasdotto (? 4 sulla nostra lista) e poi raggiungere lo stoccaggio in Idlib e Homs. Ed ecco il punto. Il gasdotto attraversa il territorio, che è controllato dai "ribelli moderati, FSA" Con questi, a differenza dell’ISIS, i russi non sono riusciti a trovare un accordo, più che altro perché sono ideologicamente contrari ed acerrimi nemici di Assad.

Inoltre, e Aleppo e Homs, Idlib e sono in una zona di combattimento in gran parte sotto il controllo dei ribelli moderati, e questo potrebbe comportare l’interruzione di questo grosso business.

Si capisce quindi che il problema non è ISIS, che invece attualmente è catalogato sotto la voce “spese”, con loro i russi stanno continuando a fare business (tramite Stroytransgaz), il problema vero è rappresentato dal FSA (i cosidetti ribelli moderati) che occupano le tre città chiave sulla via del gas. Si spiega così l’accanimento contro questi combattenti e l’utilizzo delle metodologie Grozny per riconquistarle ad ogni costo ad ogni prezzo.

Aldilà della propaganda che viene profusa a piene mani, queste sono informazioni che tutti possono verificare e poi ognuno potrà decidere se appartenere a zombieland oppure comportarsi da essere pensante, ma se prima i bombardamenti russi avevano qualcosa di indecifrabile ora chiunque ha qualche elemento in più per capire come mai la Russia NON bombarda l’ISIS.

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