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Quello che non succederà mai al GP di Valencia
Il duello Rossi – Marquez. Analisi tra certezze, ipotesi e umane debolezze, immaginando un nobile scenario per l'ultima giostra
Articolo di Carlo Mariano Sartoris
Pubblicato in data 05/11/2015

Il bisticcio di Sepang tra Rossi e Marquez ha scatenato una polemica senza precedenti che ha travolto l'opinione pubblica a livello mondiale. Dopo questa brutta storia il motociclismo non sarà mai più lo stesso.

I fattori in gioco sono tanti: enormi interessi economici,  tensioni tra gli sponsor, ritorni di immagine, e poi, cosa non da poco, un titolo mondiale in ballo per quel 46 che in vent'anni di carriera ha trasformato il “circus” in uno show mediatico.

Nel fattaccio malese si celano: certezze, ipotesi e umane debolezze.

Interessante analizzarle dopo aver ascoltato autorevoli voci di vecchi amici di box, prima di fantasticare altro.

Le certezze stanno nel cronometro alla mano. Il N° 1 (93) ha davvero ostacolato il N° 46 rendendo improbabile ogni recupero di Rossi su Lorenzo; ipotesi niente affatto impossibile. Molto è già stato detto e scritto sull'argomento, ma questa certezza è origine delle umane debolezze di un Valentino Rossi sconcertato.

Un'altra certezza è che, nelle competizioni si son sempre viste manovre estreme, mai però, un’azione volontaria da parte di un pilota fuori dai giochi di squadra o per la vittoria, verso chi si sta giocando il mondiale, violando un codice d'onore "non scritto" che accomuna i piloti da sempre.

A favore del Dottore le sue dichiarazioni che, alla luce dei fatti e dei cronometri, anziché essere criticate d'impulso, avrebbero meritato controlli e monito da parte dei direttori di corsa già dall'Australia.

Il motivo è semplice: Rossi è un emblema di questo sport, non tutelare il suo diritto a giocarsi il titolo è una grave distrazione verso un fuoriclasse che ha saputo valorizzare il motociclismo esaltando le folle e non ultimo, aumentando l'audience e favorendo i profitti.

Mentre ci si avvicina alla gara di Valencia, le voci dai box riportano un'atmosfera rovente, avvelenata da ricorsi e colpi di scena. La tensione è alle stelle ed è impossibile sperare in un chiarimento; le teste dei piloti hanno un solo traguardo e le dichiarazioni sono alla portata di tutti, in prima pagina sui giornali sportivi e sul Web.

In questo universo di opinioni contrastanti, la passione di chi ama questo sport propone uno scenario fantasy che non si avvererà, purtroppo, ma sarebbe bello.

Sarebbe un bel gesto di umana umiltà e proverbiale astuzia se Valentino Rossi, in conferenza stampa, si scusasse di fronte ai tifosi e nei confronti di Marquez, riconoscendo di aver agito d'impulso, esasperato, ma non per questo, giustificato. Avviandosi poi ad affrontare la gara con grande dignità, pur partendo ultimo,  augurando la vittoria al migliore.

Un gesto imprevedibile che gli farebbe onore, mettendo gli avversari in difficoltà.

Qui, Marquez dovrebbe ammettere di aver giocato sporco. Lo spagnolo è un ragazzo intelligente, gli converrebbe scusarsi anch’egli, così da pareggiare il conto. Sa bene che lo aspetta un altro campionato, lo vedrebbe emarginato, poco credibile e in fondo: solo.

Lorenzo, a cui sembra non bastare veder partire Rossi per ultimo e continua a razzolare tra i ricorsi, se dovesse vincere il mondiale in questo scenario di ammissioni, suonerebbe come un titolo quasi regalato. La nuova stagione è già in aria di movimento piloti e cambio di squadre. Quindi: che fare?

Per conquistarsi il risultato sul campo, Lorenzo dovrebbe attendere Valentino e poi, da metà gara, giocarselo alla pari. Se il Dottore riuscisse a star davanti si sarebbe meritato il titolo, se fosse dietro all'ultimo giro, il suo gesto obbligato sarebbe di cedere le armi e lasciare andare Lorenzo a racimolare i sette punti mancanti.

Scenario da fantascienza, finale da tarallucci e vino che non vedremo mai; solo sussurri di giornalisti ansiosi di scrivere il più romantico finale della storia di questo sport. Se così fosse sarebbe una storia da raccontare ai nipotini, storia di veri cavalieri oltre che funamboli di uno sport che porta nell'Olimpo degli annali e della storia, soltanto i grandi campioni.

Eppure, pensando alla gara che sarà, immaginare una partenza con questi presupposti di rispetto, nobiltà d’animo e signorilità mostrati al mondo dai moderni centauri da 250 cavalli, è un'illusione poetica quanto mai legittima; ispirata a quella saga degli eroi senza macchia e senza paura che mai ci ha lesinato nelle sue odi, l'immenso dottor Costa.

Non sarà così, la polemica andrà per le lunghe, ma la gara di Valencia, comunque finirà, passerà alla storia lo stesso.

 

 

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