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Cronaca Internazionale
L'Italia, i migranti e l'Europa
La mancanza di una visione politica del futuro da parte dei politici Italiani condanna il paese all'isolamento
Articolo di Mauro Voerzio
Pubblicato in data 20/04/2015

La tragedia dei profughi accaduta ieri era forse prevedibile, per la legge dei grandi numeri più aumentano i viaggi e più aumentano le probabilità che ci siano naufragi, considerando anche le carrette del mare su cui viaggiano i migranti.

Quello che era anche prevedibile era la reazione dell'Europa, dei politici seri avrebbero dovuto metterla in conto perché non si può pensare di farsi gli affari propri e poi chiedere aiuto nel momento del bisogno.

Sono stato facile profeta agli inizi di marzo quando pubblicai un articolo proprio su questo tema all'indomani della visita di Renzi a Putin, visita che ha indispettito non poco sia Obama che molti partner Europei.

E' impensabile che in un'Europa dove oramai ognuno guarda solo più ai propri interessi personali, ci si possa aspettare degli interventi congiunti che vadano aldilà di una semplice facciata da parte degli altri partner.

Avevo messo in guardia circa il rischio enorme a cui l'Italia si esponeva nel momento che si schierava con la Grecia per un ammorbidimento delle sanzioni nei confronti della Russia, mossa dettata dalle pressioni delle lobby Italiane che hanno sempre fatto grandi affari nel mercato Russo. Tale presa di posizione avrebbe sicuramente indispettito i Paesi Baltici e la Polonia in primis ma anche altri paesi che vedono nella minaccia militare Russa un pericolo più che attuale.

Così adesso sembra fantapolitica aspettarsi che quei paesi "traditi" dall'Italia possano votare all'interno del Consiglio Europeo degli interventi importanti sul tema immigrazione dal nordafrica. Uno Statista Italiano avrebbe dovuto sapere che esisteva questo rischio ed essere a conoscenza che l'Italia per la sua posizione geografica è il paese Europeo che più rischia nello scacchiere Europeo così come ad esempio la Polonia rischia ad Est. Ci si sarebbe aspettato che uno Statista, guardando al bene del paese e non solo ad un calcolo elettorale, prendesse decisioni più sagge.

Così non è stato, abbiamo proseguito con la linea "pro russa" ed ora andiamo a chiedere al Consiglio Europeo di aiutarci a togliere le castagne sul fuoco, Consiglio Europeo che vede la Presidenza Polacca di Donald Tusk e che sicuramente sottobanco risponderà che alla Polonia non interessa nulla degli immigrati Libici così come all'Italia non interessa nulla dei militari Russi ai suoi confini.

In tale scenario l'Italia dovrà pensare di fronteggiare la crisi con le sue forze anche perché geograficamente si presenta come un grande centro di accoglienza le cui Alpi rappresentano la porta per l'Europa, porta che può facilmente essere controllata e messa in sicurezza dai paesi confinanti al fine di evitare che i migranti lascino l'Italia.

Nonostante la frittata sembra oramai fatta il sistema politico Italiano continua a procedere in ordine sparso, ognuno ha la sua formula risolutiva ed anche i cosiddetti "antieuropeisti" chiedono l'intervento Europeo, una sorta di cortocircuito politico che genera solo altra confusione.

Non si può essere antieuropei a corrente alternata così come non si può essere contrari alla NATO quando ci fa comodo. E' giunto il momento delle decisioni importanti, di scegliere la strada per i prossimi venti anni non per i prossimi venti giorni. Se vogliamo fare parte dell'Europa e della NATO dobbiamo seguirne le linee guida con oneri ed onori, se invece vogliamo intraprendere la strada dell'autarchia dobbiamo essere pronti ad affrontare il futuro da soli e rivedere anche la spesa militare che negli ultimi anni ha subito continui tagli.

C'è da scommettere che con l'attuale classe dirigente Italiana non verrà presa nessuna decisione lasciando l'Italia in balia del suo lento ma continuo decadimento, proprio come una barca alla deriva in attesa solo di affondare o di ricevere aiuto da qualche nave di passaggio.

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